Le adesioni degli azionisti oltre il 50%
Ubi, Consob prolunga l’Opas fino a giovedì

L’operazione di Intesa. Al 43,4% ufficialmente conseguito ieri, in serata si è aggiunto l’8,5% del fondo Silchester. Accuse di scarsa chiarezza rivolte da Ca’ de Sass all’ex popolare, il cui titolo alla Borsa di Milano è crollato dell’8,8%.

L’Opas di Intesa su Ubi ha raggiunto ieri sera, 27 luglio, il 50% più un’azione di adesioni, che era l’obiettivo minimo dell’istituto, ragion per cui l’Offerta è di fatto efficace. Al 43,48% raccolto ufficialmente in giornata, ieri sera si è infatti aggiunto l’8,5% del fondo Silchester.

Ma l’Offerta pubblica di acquisto e scambio - ecco un’altra novità di ieri sera - non terminerà oggi, come previsto, ma dopodomani giovedì 30 luglio. Ieri sera, infatti, la Consob ha disposto la proroga d’ufficio del periodo di adesione dell’Opas. Quindi ulteriori due giorni di negoziazione a disposizione per l’adesione all’Offerta.

Nella giornata di ieri è stato apportato all’Opas il 10,82% del capitale di Ubi, la quota più alta dall’avvio del periodo di conferimento. In più, ieri sera, in base a fonti finanziarie vicine all’operazione, il fondo Silchester, che detiene l’8,5% del capitale di Ubi Banca, ha deciso di aderire all’Offerta. Ieri sera Intesa Sanpaolo ha considerato «l’operazione di acquisto e scambio rivolta agli azionisti Ubi avviata a pieno successo».

In Borsa il titolo Ubi ha subìto un tonfo dell’8,82%, a 3,3 euro. Un calo era prevedibile ma forse non di queste dimensioni. Da ieri i titoli Ubi acquistati sul mercato non vengono più apportati all’Opas di Intesa Sanpaolo e dunque non sono più supportati dal premio implicito nel concambio, pari al 44,7% rispetto alla valutazione precedente il lancio dell’Opas.

Ma torniamo alla decisione della Consob di prorogare d’ufficio fino al 30 luglio il termine del periodo di adesione all’Opas, decisione arrivata dopo i chiarimenti forniti dall’ex popolare ai rilievi sulla tabella inerente al «valore del titolo Ubi Banca in base all’offerta di Intesa».

In mattinata Ubi Banca aveva precisato di aver provveduto a «integrare» le informazioni relative al calcolatore presente alla front page del proprio sito web sull’Opas di Intesa Sanpaolo secondo le richieste della Consob. In particolare si era precisato che «la quotazione dell’azione di Ubi Banca riportata nella suddetta tabella incorpora, tra l’altro, il premio implicito dell’offerta pubblica di acquisto e scambio promossa da Intesa Sanpaolo». Inoltre Ubi ha informato sul sito che «tale quotazione non può costituire di per sé un’aspettativa del futuro andamento del titolo Ubi Banca anche successivamente alla chiusura dell’offerta». Nella sua richiesta recapitata ieri alla banca la Consob sottolineava come «l’informativa resa mediante il predetto “calcolatore automatico” risulti per lo meno incompleta» e per questo chiedeva di aggiungere le due precisazioni.

Nella delibera Consob di ieri sera si spiega che dopo il comunicato stampa di Ubi diffuso ieri mattina e considerato che la pubblicazione è «avvenuta in prossimità della conclusione del periodo di adesione (28 luglio 2020)», appariva necessario «consentire agli azionisti di Ubi di disporre di un’informativa completa e corretta per un adeguato periodo di tempo». Da qui la decisione della proroga.

Per Intesa Sanpaolo - la decisione presa da Consob è «motivata dai comportamenti tenuti da Ubi nei confronti dei suoi azionisti cui non ha rappresentato con chiarezza tutti gli elementi più rilevanti della nostra offerta», come ha specificato il portavoce di Intesa, augurandosi che «il prolungamento stabilito da Consob possa servire a tutelare la chiarezza delle informazioni a disposizione degli azionisti Ubi, sollecitando tutti gli intermediari interessati al comportamento più responsabile».

Ora l’obiettivo del numero uno di Intesa, Carlo Messina, è quello di superare la soglia del 66,7% delle adesioni per avere la massima libertà per completare il progetto di integrazione. L’Ansa ha riferito che ambienti finanziari ritengono «molto probabile» che l’offerta raggiunga il 66,67% di adesioni, non escludendo che si vada anche oltre.

Tra i grandi azionisti, non si è ancora espresso il Car-Comitato azionisti di riferimento che - secondo indiscrezioni - avrebbe deciso di attenderne la conclusione per una valutazione complessiva. Hanno preso invece posizione le tre diocesi lombarde azioniste di Ubi - quelle di Milano, Bergamo e Brescia - che si sono dichiarate a favore dell’operazione.

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