Giravolta di Grillo
La scienza ora fa bene

Contrordine compagni grillini. L’antivaccinismo non è più nei programmi dei 5 Stelle. Evviva, verrebbe da dire. Il fondatore e tuttora garante del Movimento, Beppe Grillo, accusato di sostenere posizioni antiscientifiche sui vaccini (soprattutto nel corso dei suoi show), firma «Il Patto per la scienza» promosso dal virologo Roberto Burioni , diventato uno dei principali protagonisti della campagna pro-vax e contro le «fake news» in medicina, non particolarmente amato, per usare un eufemismo, da molti elettori 5 Stelle. «Mi impegno a non sostenere o tollerare in alcun modo forme di pseudoscienza e/o di pseudomedicina che mettono a repentaglio la salute pubblica (negazionismo dell’Aids, anti-vaccinismo, terapie non basate sull’evidenza scientifica, etc.)», recita il Patto.

L’appello, pubblicato da Burioni sul suo sito contro le fake news «MedicalFacts», è lanciato insieme con Guido Silvestri, l’immunologo di fama mondiale (è uno dei massimi esperti internazionali di Hiv) e professore ad Atlanta negli Stati Uniti, al quale i grillini in passato hanno affidato il compito di redigere un documento sulla strategia del partito in tema di prevenzione vaccinale. E il bello è che il Patto è stato sottoscritto anche dall’ex premier del Partito democratico Matteo Renzi. Insomma: un Patto del Nazareno in salsa scientifica. Che sia l’antipasto di un ribaltone e di un rovesciamento delle alleanze tra Movimento 5 Stelle e Pd?

Così Grillo spiega cartesianamente sul suo blog l’adesione al Patto: «La scienza procede, senza timori attraverso il dubbio (anche su se stessa). La scienza, ed il suo mondo, hanno bisogno di sopravvivere, come qualunque altra cosa. Per questo condivido con voi il Patto trasversale per la scienza, perché il progresso della scienza deve essere riconosciuto come un valore universale dell’umanità e non può essere negato o distorto per fini politici e/o elettorali». Grillo aggiunge un post scriptum: «Ho ricevuto il presente appello dal professor Guido Silvestri. Non conosco il professor Roberto Burioni».

Ora il fondatore dei 5 Stelle dovrà affrontare i mal di pancia della sua base antivaccinista, non preponderante in verità, se si giudicano le centinaia di commenti giunti ai suoi post che annunciavano la retromarcia vaccinista, rispetto a siti che hanno milioni di followers. Se andiamo a vedere gli spettacoli del comico genovese fin dagli anni ’90 (sono ampiamente disponibili in Rete) il nostro sui vaccini ne diceva di tutti i colori.

Ora tra i commenti c’è chi chiede i soldi indietro degli spettacoli. E c’è chi parla di interessi di Big Pharma, manovre delle lobbies, complotti di ogni tipo. Insomma, mancano solo le scie chimiche e i campi di grano su cui atterrano i dischi volanti. È nato anche l’hashtag #BuffonGrillo. Uno spettacolo dell’Italia di oggi post-moderna e medievale allo stesso tempo piuttosto inquietante, ma, ripetiamo, per fortuna minoritaria anche in Casa 5 Stelle.

Quello di Beppe Grillo forse è un atto un po’ tardivo. Ma, ammettiamolo, pur sempre responsabile e certamente riparatorio. Sullo sfondo un movimento che ultimamente rivela una certa incertezza per quanto riguarda temi che all’inizio erano considerati fondanti e un cambio di opinioni un po’ disinvolto. «La smettete di cambiare decisione su tutto? Non sappiamo più su cosa criticarvi», ha postato ieri un ex fan grillino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA