Gli anziani e i farmaci
Salute non consumo

Gli anziani sono caratterizzati dalla cosiddetta «fragilità», che si evidenzia con una maggiore predisposizione alla malattia. L’aumento dell’età comporta indubbiamente la presenza di più malattie che fra l’altro, essendo prevalentemente croniche, si accumulano nel tempo. Non è raro il caso di persone anziane che, accanto a una forma di asma, mostrino anche insufficienza cardiaca, problemi di vista e ipertrofia prostatica. Ciò è accentuato dal fatto che in Italia abbiamo una lunga durata di vita; ma a causa dei cattivi stili di vita, l’ultima parte della vita, a differenza di altri Paesi, non è di buona qualità.

Ad esempio, chi ha fumato, può avere, oltre a vari tumori, una situazione polmonare deficitaria nonché, a causa della situazione infiammatoria delle arterie, maggiore tendenza alle malattie cardiovascolari. L’obesità, dovuta spesso ad un eccesso di alimentazione ed a mancanza di esercizio fisico, comporta la presenza di diabete, di patologie dell’occhio, malattie cardiovascolari e renali. Il diabete a sua volta, se non è ben controllato, determina una serie di patologie. Si può quindi affermare che nell’anziano di questi tempi, più che nel passato, la fragilità è spesso spiegata dalla polimorbilità.

Occorre dire in questo senso che ancora oggi l’insegnamento universitario è concentrato sullo studio e sull’apprendimento di singole malattie anziché preparare i medici a considerare un insieme di malattie. La polipatologia richiede inoltre l’impiego di più farmaci. Se osserviamo l’utilizzo dei farmaci in rapporto all’età, si può constatare un modesto eccesso rispetto alla media nella prima età e un grande eccesso a partire dai 65 anni d’età. Si calcola che circa il 70% dei consumi (e anche della spesa) sia destinato ai soggetti anziani. Accade in pratica che il paziente per le sue varie patologie faccia il giro di molti specialisti. Ogni specialista tende a curare la patologia che lo riguarda, così aumenta il numero dei farmaci che vengono prescritti al singolo paziente, il che mette in imbarazzo il medico di medicina generale che ha difficoltà a mettere in discussione le prescrizioni dei colleghi.

Così rientra nella normalità per un anziano dover assumere 10, 15 e anche 20 diversi farmaci al giorno, con difficoltà a ricordare quando deve prendere questo o quel farmaco. Spesso si vedono persone anziane con una lista o con speciali contenitori che scandiscono i tempi dell’assunzione dei vari farmaci. Non è insolito per un paziente con una forma ipertensiva ricevere due o anche tre farmaci, come pure per un cardiopatico ricevere aspirina più un altro antiaggregante piastrinico e una statina, per un diabetico il diuretico e l’ipoglicemizzante, che spesso da solo non basta. E poi cominciano a manifestarsi gli effetti tossici di tutti questi farmaci e quindi sono necessari altri farmaci, ad esempio, un «omeprazolo» per evitare danni gastrici. L’insieme di più farmaci può determinare insonnia e allora scatta la prescrizione di una benzodiazepina; oppure un calo dell’umore e allora si deve impiegare un antidepressivo. Poiché l’antidepressivo è inefficace, qualche volta se ne prescrivono due. Occorre dire che nessuno può asserire che prendere 15 farmaci è meglio che assumerne 10, perché non esistono studi clinici controllati che possano dare una risposta. Naturalmente, nessuno farà questo tipo di studi e tanto meno l’industria farmaceutica, perché il «mercato» tende sempre a vendere il più possibile.

Non dimentichiamo poi che più farmaci interagiscono fra loro e, se i farmaci sono tanti, è impossibile prevedere tutte delle possibili interazioni. E allora che fare? Le indicazioni sono molteplici. Anzitutto si consiglia di concentrare in un primo tempo l’attenzione sulla malattia più importante. Spesso, curando quella, migliorano anche le altre sintomatologie. In secondo luogo, evitare i farmaci che richiedono molto tempo per essere attivi. Evitare le statine negli anziani perché c’è poco tempo perché possano esprimere la loro efficacia e per di più tendono ad accelerare i disturbi cognitivi. Evitare le benzodiazepine che, diminuendo il tono muscolare, determinano maggiori possibilità di cadute e di fratture. La vitamina D, una prescrizione molto popolare, non serve. I protettori gastrici non sono utili, se non c’è un reflusso gastrico o un pericolo di ulcera, e così via.

Il medico ha a disposizione delle tabelle che può consultare per avere informazioni rapide sulle interazioni tra farmaci. Infine, per una terapia razionale è importante che il geriatra, insieme agli specialisti e al medico di medicina generale, riveda le prescrizioni, limitando il più possibile il numero di farmaci da utilizzare. Questo tipo di attività è indispensabile se si vuole far in modo che i farmaci non siano beni di consumo ma strumenti di salute.

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