I volontari non sono
la ruota di scorta

Il bando della Protezione civile per arruolare 60 mila «assistenti civici» è già stato accantonato. L’ obiettivo era individuare persone non remunerate per destinarle alla vigilanza del distanziamento sociale nei luoghi pubblici e alla distribuzione di generi alimentari alle persone in difficoltà. L’ idea ha due padri: il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e il sindaco di Bari Antonio De Caro, presidente dell’ Associazione nazionale Comuni italiani. È subito tramontata per le divisioni generate nel governo, dove nemmeno i ministri chiave che lavorano alla gestione della fase 2 erano stati informati dell’ iniziativa, che ha subito raccolto la bocciatura dei volontari della Protezione civile.

Il presidente del comitato nazionale, Patrizio Losi, ha ricordato che «dal 30 gennaio sono impegnati in tutta Italia centinaia di migliaia di nostri volontari, capaci di prestare un milione di giornate-persona di servizi per assistere in tutti i Comuni chi ne aveva bisogno». E poi perché deve essere lo Stato a promuovere un bando per un impegno di carattere volontario? L’ articolo 118 della Costituzione dice che la massima istituzione pubblica e le sue articolazioni «favoriscono l’ autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà».

Un importante quotidiano nazionale ha rilanciato e corretto la proposta chiedendo al governo di pescare nell’ ampio e preparato mondo del volontariato organizzato (7 milioni di persone in 350 mila enti del non profit, 104.000 i bergamaschi in 4.768 organizzazioni, di cui 4.300 associazioni). Ma questa richiesta appare un po’ grossolana, per una serie di ragioni. Vengono chiamate in causa persone già impegnate, spesso dedicando alla causa buona parte del tempo libero disponibile.

Inoltre l’ azione del volontariato deve produrre significati condivisi sia per il singolo che per la comunità: quale valore porta e che senso può avere l’ impegno dei singoli e delle associazioni in un rapporto di corresponsabilità con le istituzioni? Come ha ricordato recentemente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, «commette un errore chi pensa che l’ impegno volontario, e i valori che esso trasmette, appartengano ai tempi residuali della vita e che non incidano sulle strutture portanti del nostro modello sociale». È questo il punto: è una visione molto riduttiva pensare al volontariato come braccia e cuore, come ruota di scorta che supplisce alle gomme forate dello Stato. È invece un’ attività che genera comunità e cambia gli ambienti nei quali agisce.

Infine c’ è un risvolto non considerato: usare i volontari come assistenti civici e controllori, li espone anche a possibili problemi di ordine pubblico perché garantire il distanziamento sociale dagli assembramenti può comportare pure il confronto con situazioni critiche.Il non profit già soffre di una progressiva statalizzazione del flusso della beneficenza privata, deviata nelle scorse settimane verso gli ospedali prima linea della lotta al coronavirus, nonché della sospensione di feste e sagre che sono fonte di guadagno per le tante associazioni (20 milioni di euro solo nella Bergamasca) e della riforma del Terzo Settore ancora monca di decreti attuativi.

Il governo avrebbe potuto fare ricorso semmai al Servizio civile universale, dopo averlo adeguatamente preparato: nel 2018 e nel 2019 circa 80-90 mila giovani avevano partecipato al bando ma la domanda è stata respinta per carenza di posti a disposizione. Il decreto Rilancio ha incrementato la dotazione di soli 20 milioni, a fronte di una richiesta di 130 per i progetti presentati entro il 29 maggio scorso.

Nello stesso decreto ci sono anche aspetti positivi, come l’ incremento di 100 milioni del Fondo Terzo Settore o l’ anticipo della liquidazione del 5 per mille del 2019.

In questi mesi di emergenza Covid il volontariato ha dato grande prova di sé, mobilitandosi per aiutare materialmente le persone in difficoltà ma soprattutto contrastando l’ isolamento e creando nuove relazioni. Anche con ingegno: il gruppo di giovani volontari «Noi di Villa» (d’ Almè) ha chiesto ai cittadini di scrivere lettere, con i loro pensieri e vissuti, che saranno consegnate agli anziani della Rsa locale in occasione della Festa della Repubblica. Una modalità per non far sentire soli gli ospiti della casa di riposo. Questo capitale umano, promotore di piccoli e grandi gesti preziosissimi in un tempo difficile, va sostenuto. È una ricchezza inestimabile.

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