Caro energia, prezzi in calo in bolletta. «Ma le nuove regole incidono sugli aiuti»

Il decreto. Ribasso del 55,3% per chi è nel mercato tutelato e cambiano le norme. I consumatori: «Tornano gli oneri di sistema e si alza la soglia Isee per il bonus sociale». Arera: per una famiglia + 33,7% di spesa rispetto a un anno fa.

Trimestre nuovo, regole nuove per le bollette. Da sabato 1° aprile, appunto, è scattato il secondo trimestre del 2023, e per quel che riguarda i temi energetici entrano sostanzialmente in vigore le nuove norme previste dall’ultimo Decreto Bollette del governo, che va a coniugarsi con la più recente fluttuazione ancora al ribasso dei prezzi della materia prima (per l’elettricità, -55,3% nel prossimo trimestre per chi è ancora in regime di tutela).

Secondo le associazioni dei consumatori, però, si prospettano luci e ombre: da un lato c’è appunto la prospettiva di un calo dei prezzi di gas ed energia elettrica, dall’altro lato l’eliminazione (o rimodulazione) di alcuni precedenti sgravi che incide nella direzione opposta (rendendo appunto meno evidente l’alleggerimento finale delle bollette). Nell’ordine: le novità principali riguardano gli «oneri di sistema», cioè un corrispettivo conteggiato in bolletta che serve per «pagare» appunto alcune attività legate al sistema elettrico e del gas. Una voce rilevante, che incide per almeno il 20% sulla bolletta finale, e su cui nel 2022 si era intervenuti con degli «azzeramenti»: ora, col secondo trimestre 2023, gli oneri di sistema tornano nella bolletta dell’energia elettrica mentre l’azzeramento è confermato (fino a fine giugno) per quel che riguarda il gas. Sempre fino a fine giugno è prorogato il taglio dell’Iva al 5% per il gas (non per l’elettricità), mentre la soglia per accedere al «bonus sociale» (un contributo per le bollette) è alzata a 30mila di Isee per le famiglie con almeno quattro figli, contro la precedente asticella fissata a 20mila euro.

«La situazione energetica ha degli elementi positivi e altri negativi – premette Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo –. Da un lato c’è la riduzione consistente del prezzo dell’energia, su livelli che non si vedevano ormai da un anno. Il Decreto Bollette poteva però essere più incisivo: l’innalzamento della soglia Isee per il bonus sociale interesserà esclusivamente una platea molto ridotta (secondo le stime di Federconsumatori nazionali si tratta di meno dell’1% delle famiglie, ndr), e vengono reintrodotti gli oneri di sistema sull’elettricità, che vanno a vanificare gran parte della discesa del prezzo della materia prima. Si poteva fare di più, per esempio azzerando quegli oneri di sistema fino a metà anno per dare ulteriore respiro alle famiglie e compensare i forti aumenti precedenti».

Di «pro e contro» parla anche Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo: un dato positivo, secondo Busi, è «il contributo mensile, erogato in quota fissa e differenziato in base alle zone climatiche, che sarà in vigore dal 1° ottobre al 31 dicembre nel caso il prezzo del gas superi delle specifiche soglie», mentre tra gli elementi negativi c’è «l’assenza di misure sui piani di rateizzazione prolungati e delle limitazioni alle procedure di distacco delle forniture».

Sul fronte della materia prima, appunto, nei giorni scorsi l’Arera – l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente – aveva indicato che per chi è nel mercato tutelato «il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per la famiglia-tipo nel secondo trimestre del 2023 si riduce del 55,3%», per via del «forte calo delle quotazioni all’ingrosso dei prodotti energetici». Ma «considerata la reintroduzione degli oneri generali di sistema», sottolinea Mina Busi, «ancora per il secondo trimestre le bollette continueranno ad essere care». Tant’è che comunque, stima infatti l’Arera, nell’«anno scorrevole (cioè il periodo 1° luglio 2022-30 giugno 2023, ndr) la spesa per l’elettricità della famiglia tipo sarà infatti di circa 1.267 euro, +33,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente».

A proposito di mercato tutelato della luce: da ieri è cessata la possibilità di restare in questo regime per le microimprese e per alcune tipologie di condomìni (per quel che riguarda le forniture elettriche delle parti comuni, per esempio gli ascensori e l’illuminazione di scale e pianerottoli; non per le singole famiglie di quel condominio). Per questa tipologia di clienti si passa al «servizio a tutele graduali, cioè l’energia viene erogata da venditori selezionati attraverso specifiche procedure concorsuali. Per le famiglie, invece, sia per l’elettricità che per il gas (e per i condomini uso domestico per il gas), la fine del regime di tutela resta prevista per il 10 gennaio 2024. Dopodiché si completerà anche per loro il passaggio al libero mercato.

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