La frana continua nel suo movimento
Il sindaco: «Escludo ipotesi castatrofiche»

Tavernola, terreno del monte Saresano prosegue lo spostamento verso il lago tra 5 e 20 millimetri al giorno. A seguire gli sviluppi anche un geologo della Protezione civile. Pezzotti: «Non è il momento di cedere al panico».

Continua a muoversi alla stessa «velocità» di media di circa un centimetro al giorno - la media dei movimenti rilevati dai 40 sensori, alcuni che segnalano movimenti di 5, altri di 20 millimetri -, la frana di Tavernola che, secondo le stime, rischia di far cadere dal monte Saresano verso il cementificio materiale roccioso il cui volume potrebbe oscillare fra il milione e i due milioni di metri cubi. Tale indicazione è quella su cui stanno ragionando tutte le autorità e gli enti che da una settimana vengono consultati più volte al giorno dall’unità di crisi attivata dall’Amministrazione comunale di Tavernola.

La stima che prevede al massimo due milioni di metri cubi di massi e rocce è presa in esame anche a livello formale dal Dipartimento nazionale della Protezione civile che sabato ha inviato sul lago uno dei suoi massimi esperti in geologia, il professor Nicola Casagli dell’Università di Firenze. Casagli ha sorvolato in elicottero l’area interessata, verificando anche Vigolo e Parzanica: la strada che collega i due centri è segnata da lesioni che si sono allargate nell’asfalto ed è chiusa al traffico dalla sera di lunedì scorso, come la bretella di Cambianica, un tratto di strada rivierasca e il raccordo tra la rivierasca stessa e la strada per Parzanica, che di fatto è isolata da sette giorni. Poi in Municipio, il geologo ha raccolto tutti i dati disponibili: il Dipartimento resterà in contatto con la sala operativa regionale per gestire l’evoluzione dell’emergenza.

«In questa fase – chiarisce il sindaco di Tavernola, Joris Pezzotti – è fondamentale non lasciarsi prendere dal panico. I movimenti della frana sono costantemente monitorati, anche oggi c’è stato lo stesso avanzamento dei giorni precedenti. I geologi con cui siamo in contatto sono tutti d’accordo sul fatto che non ci sarà un crollo improvviso. Se davvero dovesse scivolare a valle, ci saranno prima tutta una serie di segnali premonitori che ci daranno ore, se non giorni di anticipo, per gestire l’emergenza». A metà settimana arriveranno gli scenari di rischio, su cui finora si sono formulate soltanto delle ipotesi: la previsione più ottimistica è che la frana rallenti e si stabilizzi; la peggiore è che scivoli a valle e che una sua porzione finisca anche nel lago. La situazione però sembra essere sotto controllo: sabato, dopo le riunioni con tutte le istituzioni superiori, il sindaco di Tavernola aveva chiesto che in paese venisse attivato un presidio fisso con personale dei vigili del fuoco o della protezione civile, ma gli è stato risposto che in questo momento sarebbe superfluo. La paura di una possibile «onda anomala» sta contagiando tutto il lago: tra venerdì e sabato una ventina di persone residenti a Porto, località di Monte Isola hanno lasciato le loro case e ieri da Lovere a Sarnico, da Pisogne a Paratico, tutti sapevano del rischio. «Escludo ipotesi catastrofiche – aggiunge Pezzotti – ma attendiamo gli scenari che verranno predisposti dagli esperti nei prossimi giorni. Non mi pare invece ragionevole ricorrere a un abbassamento forzato del lago aprendo la diga di Sarnico: il livello si abbasserebbe di un paio di centimetri al giorno, ma al di là di questo aspetto algebrico, sono convinto che non ce ne sia bisogno. In ogni caso, teniamo alta l’attenzione e aspettiamo indicazioni».

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