Snowboardcross, dietrofront di Sofia
«Niente ritiro, senza tavola non sono io»

Inversione di marcia, o meglio di tavola. Sofia Belingheri ci ripensa e sarà regolarmente al cancelletto della Coppa del Mondo di snowboardcross 2019/20.

A quasi cinque mesi dall’annuncio dell’abbandono dopo l’argento ai Campionati assoluti di Piancavallo, la bergamasca torna sui suoi passi: «Purtroppo, o per fortuna, mi sono resa conto che senza la neve e una tavola sotto i piedi non ero più io», ha scritto sui social per certificare una decisione che, tuttavia, pareva già nell’aria da un pezzo. Troppo forte il richiamo della neve, insostenibile il pensiero di rinunciare alla passione di una vita specie dopo l’ottavo posto nella graduatoria generale dello scorso anno che ha alimentato il sentore di un dolce ripensamento percepito ben presto anche da chi la conosce bene.

«Tanto torni», il ritornello che puntualmente Francesca Gallina (nel quartetto azzurro con Sofia, Michela Moioli e Raffaella Brutto) le ripeteva, consapevole che ci fosse qualche crepa nella sua scelta: «Questa è la mia vita - sorride Belingheri -, ho passato notti insonni a farmi domande. Mi mancava lo snowboard anche perché era rimasta immutata la voglia di allenarmi e il pensiero che non avrei più gareggiato mi faceva star male. La decisione del ritiro era stata presa per una serie di fattori, non ultimo la delusione nel Mondiale. Un 15° posto che, unito a qualche acciacco sul finale dell’annata, mi aveva fatto propendere per quella scelta».

È come se Sofia «piantata» in partenza nella kermesse iridata di Park City, negli States, avesse - di riflesso - subito lo stesso anche dal punto di vista mentale: «Sono rimasta profondamente delusa - sottolinea -, però analizzando più a mente fredda, certe situazioni sono all’ordine del giorno in questo sport e un’ottava piazza nella classifica finale di Coppa del Mondo non era di certo da buttare, oltretutto al rientro da un infortunio».

Cambio di prospettiva, innegabili progressi anche dal punto di vista tecnico e adesso nuovo slancio sotto il profilo mentale, agevolato - fortunatamente, possiamo dirlo - da una dose non quantificabile di nostalgia del «suo» mondo: «Il rischio di perdere tutto - ammette - mi ha fatto capire quanto invece io sia fortunata a fare dello sport la mia professione. Sono leggermente in ritardo, ma ho lavorato tantissimo sul piano individuale e, soprattutto, sono molto più consapevole anche grazie al preparatore della squadra Denis Belotti e al mio personale Sergio Rebussi, nuovamente figura centrale. Una persona che mi conosce dalle scuole medie di cui mi fido totalmente». Un ritorno alle origini per tornare protagonisti: ecco la ricetta di Sofia Belingheri versione 2.0.

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