C’è anche una coppia divisa da due mesi
Val Seriana, la vita ricomincia dalla ciclabile

Tutti in movimento, dalla coppia che non si vedeva da due mesi al nonno che aspetta i nipotini al parco. Folla sulle due ruote, ma con mascherina e a distanza.

Ha vinto lo sport individuale nel rispetto delle regole sulla pista ciclopedonale della Valle Seriana, trafficata come non mai in una giornata settimanale. Da Alzano a Nembro, e poi più su fino ad Albino e a Cene, sia nella mattinata che nel pomeriggio sono stati centinaia i ciclisti e runner, più o meno giovani, per l’«invasione» della pista ciclopedonale riaperta. Qualche assembramento c’ è stato, soprattutto nelle zone del Ponte Vecchio di Albino, mentre nelle prossime giornate saranno potenziati i controlli sul territorio per garantire il rispetto delle regole da parte della polizia locale di Albino: nessuna infrazione segnalata dall’ Unione Insieme sul Serio, con 6 pattuglie impegnate tra pista e sentieri e oltre 500 telefonate alla centrale operativa.

Storie di amori ritrovati, voglia di scappare dalla città, passioni che nascono e che non tramontano mai hanno fatto da contorno alla ritrovata attività sportiva individuale in questa Fase 2.

La coppia che si rivede Bruno Cattaneo da Bergamo e Clara Barcella di Pradalunga, compagni da 18 anni, si sono ritrovati proprio sulla ciclabile dopo più di 2 mesi di lontananza. «Ci siamo trovati stamattina, alle 9,30 non c’ era nessuno, siamo arrivati fino a Rovetta, un panino e poi di ritorno verso casa - spiega Cattaneo- : riprenderemo anche in bici da corsa, eravamo fermi da tanti mesi. Era dall’ 8 marzo che non ci vedevamo, non eravamo più riusciti ad avvicinarci». «Il 90% dei ciclisti aveva la mascherina -incalza la compagna Clara-: quando sono in salita la abbasso, sicuramente sulla ciclabile stretta è difficile mantenere i due metri ed è giusto tenerla. Adesso ci aspettano Valle Brembana e Valle Rossa.

Non c’ è paura, basta seguire le dovute precauzioni».«Mi mancava la mia corsetta che già prima facevo 2-3 volte a settimana - dice Barbara Bortolotti, di Cene -, meno di un’ ora a livello amatoriale. È troppo affollata, ma era logico e tutti si attengono alle disposizioni con la mascherina, la gente ha voglia di uscire a prendere una boccata d’ aria».

C’ è chi sta vedendo crescere la propria passione per il mondo della mtb e questa è stata l’ occasione per tornare in pista «Ho visto tanta gente e tanti bambini - spiega Marco Lavelli da Albano Sant’ Alessandro-: stiamo ripartendo a vivere, l’ importante è mantenere le misure di sicurezza.

Ho visto più gente a piedi che in bici: era giusto ripartire su strade come queste, bisogna rimettersi in forma prima di andare sui sentieri». Dalla città in molti hanno scelto la Valle Seriana per riprendere il contatto con l’ attività sportiva. «La faccio di frequente in settimana e questa volta ho trovato tante persone - spiega Gianluigi Benzoni di Bergamo -. La voglia di uscire ha fatto la differenza: giusto farlo senza paura, ma con le dovute precauzioni. Ci tornerò nuovamente, adoro questo percorso».

Zero assalti, uguale doppio sollievo per chi c’ era. L’ equazione sintetizza la giornata di riapertura di tre parchi comunali tra Alzano Lombardo e Albino, paesi simbolo del martirio del Covid-19. Ieri, cinquantacinque giorni dopo lo stop, «Montecchio», «Alessandri» e «Finibondo» hanno riaperto i cancelli (al singolare, dal momento che l’ ingresso era singolo per tutti), per la gioia di una parte della popolazione.

I giochi transennati Meno folta di quanto molti si attendevano (anche se il trend nell’ arco della giornata è andato in crescendo), ma c’ è stato chi, appena ha potuto, ne ha approfittato: «Insieme a mio figlio di tre anni, tenerlo in casa per tutto questo tempo non è stato semplice - spiega Andres Rivera, papà d’ origine peruviana trapianto sul Serio - . I giochi transennati? Gli dico che sono sporchi, c’ è sopra un mostriciattolo e non possono essere toccati». Dove i bambini sono fermati dalle regole (giuste), sopperiscono con la fantasia.

C’ era chi giocava a nascondino con la mamma e chi rotolava tra l’ erba, cartolina di una libertà ritrovata: «Nella loro semplicità, giorni così rappresentano una grande rinascita - dice Francesca Nosadini, anni 42, impiegata nella vita di tutti i giorni -. Il cielo è da cartolina, speriamo sia un segno che per il nostro territorio il peggio è alle spalle».

Chi dopo giorni e giorni in casa ha colto l’ occasione per sgranchirsi un po’ le gambe è stato anche Giorgio Dossena: «Per noi di Alzano, entrare in questo parco, significa riappropriarci di un luogo importante - racconta il 66enne - .

Teniamo comunque l’ allerta alta, lo dicevo già a metà febbraio che eravamo in pericolo». Giorgio Dossena, 80 anni, cammina (bardatissimo) ingannando l’ attesa di poter rivedere dal vivo i suoi cinque nipotini: «Poter fare due passi all’ aria parte è un toccasana per corpo e mente - le sue parole -. Sono state settimane drammatiche, c’ era bisogno di un po’ di normalità».

Già, la normalità. Sull’ uscio del parco Alessandri di Albino c’ era Mario Signori, membro del Gruppo Alpini locale: «Abbiamo lavorato per fornire questo servizio, ma non è problema ci sia poca gente: significa rischiare di meno». Lo pensano anche a Finibondo, nella frazione di Bondo Petello, dove la punta di frequentatori è arrivata a 15 persone: «Anche perché le attuali normative parlano di 20 persone al massimo - dicono Davide Tombini e Dario Signori, della protezione Gevs di Albino -. Comunque la gente sappia che noi siamo tornati». Messaggio non scontato dopo settimane tragiche.

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