La magia di... una cabina dell’ex funivia
Il turismo in Valle? Natura e ingegno

Reinventarsi per sopravvivere, anche nel turismo. La Bergamasca lo sa e punta anche sul turismo esperienziale, per una vacanze di emozione e perchè no anche di esperienza.

Il turismo cambia e gli operatori si attrezzano, soprattutto quelli delle valli che stanno facendo passi da gigante per proporsi al meglio. E i numeri dimostrano che la strada intrapresa è quella giusta: in Valle Seriana i percorsi turistici e culturali che guidano i visitatori alla scoperta delle bellezze dell’alta valle registrano una crescita costante, e numerose sono le iniziative e i progetti che sono realizzati e promossi.

Su L’Eco di Bergamo del 29 luglio due pagine di approfondimento e molte curiosità. On line tre storie all’insegna della natura, della bellezza e dell’ingegno.

Turisti in Valle? Con l’e-bike
Casa è sempre casa, soprattutto quando se ne colgono le potenzialità e si è orgogliosi di farla scoprire agli altri. Letizia Invernizzi ha girato mezza europa: dall’Irlanda alla Scozia, poi Inghilterra, Francia, Portogallo, Spagna, infine di nuovo a Dublino. «Ho sempre lavorato all’estero, mi davano vitto e alloggio in cambio di lavoro – spiega –, da due anni vivo con Manuel (Manzoni, elettricista di 27 anni, ndr) a Fuipiano Imagna e qui all’inizio di luglio abbiamo aperto il nostro b&b Botton d’Oro». A Pagafone, la contrada dove ci sono solo due case «e la nostra è la prima salendo da Locatello – spiega la venticinquenne di Corna Imagna trasferitasi a Fuipiano per amore e prossima alla laurea in Lingue straniere a Bergamo – anni fa i prati erano pieni di questo fiore pregiato, il Botton d’oro, una specie di ranuncolo grosso, così abbiamo scelto questo nome». La casa degli Anni Ottanta «in mezzo al verde con parecchi animali intorno come capre, pecore, un asino, un tacchino e galline» continua Letizia, è stata sistemata e arredata con legno e materiali riciclati. «Ci stiamo impegnando per arrivare in due-tre anni a ottenere il certificato di struttura ecolabel (il marchio di qualità ecologica a garanzia del fatto che una struttura ricettiva venga gestita con la massima attenzione per la tutela ambientale, ndr) e anche per far conoscere l’alta Valle Imagna ai miei ospiti sto promuovendo itinerari con biciclette elettriche».
Due le camere a disposizione, «è un esperimento per capire se potremo ampliarci. Per ora vedo che funziona: prenotano tanti stranieri e coppie e famiglie, un target di giovani e stranieri – spiega Letizia –. Tanti arrivano con Airb&b, tanti tramite il passaparola e i social». Ed è sempre più frequente incontrare inglesi e olandesi anche sotto il Resegone: «Sono attirati dal prezzo e dal fatto che la domenica la nostra valle non è trafficata, non si intasa come la Valle Brembana. Da noi non c’è turismo di massa, è la vera montagna e così possiamo seguire meglio i nostri clienti».

Sant’Omobono, il roccolo diventa casa vacanze
Se fosse una favola, sarebbe Biancaneve. Se fosse una canzone, «Attenti al lupo» di Lucio Dalla. Ma qui a Valsecca di Sant’Omobono Terme di lupi non ce ne sono. Casomai coniglietti, cerbiatti e gli animali del bosco che circondano questa «casetta piccola così, con tante finestrelle colorate», come recita il testo di Dalla.
Pochi metri quadrati distribuiti su tre piani, «Il Roccolino» è una casa vacanze per una famigliola soltanto, a metà strada tra Valsecca e Costa Imagna, e per trascorrervi un giorno e una notte arrivano turisti «da Svizzera, Calabria, Puglia, tanti da Milano, dal Veneto tantissimi – spiega Gianpiero Bianchi, nato a Piazzatorre, geometra di 40 anni con la passione per i viaggi e gli hotel più strani al mondo –. Apprezzano l’esclusività e la particolarità di avere l’intera struttura a loro disposizione: è come se fosse la suite di un albergo in mezzo al bosco». Aperto nel luglio di tre anni fa, il vecchio roccolo di caccia è stato trasformato in casa vacanze «con buone richieste – prosegue Bianchi –: facciamo circa 150 presenze l’anno». I prezzi? «Dai 180 euro a notte, 230 nel weekend: non ci sono problemi di prezzo, mai: noi vendiamo relax assoluto».
In bagno una tinozza, tavole di legno del Settecento alle pareti, la colazione servita dalla Piccola trattoria da Tite («quando al mattino si sente il rintocco della campana significa che la signora ha imbandito la tavola ed è andata via: si può scendere»), al Roccolino «si viene per ritrovare se stessi, staccare la spina, senza tv e wi-fi» aggiunge Bianchi che ha trasformato la sua passione per il turismo esperienziale puntando sul potenziale delle valli bergamasche.
Dopo Valsecca, sta lanciando il brand Naturooms (natura e camere), «tutte per ospitare un unico nucleo famigliare: quando il turista viene da noi non viene per vivere il paese, ma per fare un’esperienza unica – spiega –. Il turismo è cambiato negli ultimi 10 anni, il turista oggi fa molte più vacanze, ma brevi e frazionate. E cerca novità». Così piace dormire in una stalla, in un roccolo o su una casa sull’albero: «La stiamo realizzando in Valle Brembana».

Incanto nella cabina dell’ex funivia a Selvino
Date esaurite in 20 minuti, fino a cinque mesi di attesa per potersi aggiudicare una notte nel weekend. È l’effetto – e il fascino – di una proposta originale, talmente originale da essere «unica al mondo», come afferma orgogliosamente il suo ideatore. Pochi sanno dove sia di preciso («questione di privacy, l’ho fatta togliere da GoogleMaps sennò arrivano curiosi a decine ogni giorno»), ma tutti sanno che c’è, più unica che rara: è la cablewayroom, la stanza ricavata nella cabina dell’ex funivia di Selvino, circondata dal panorama mozzafiato dei monti Poieto e Purito, con vista su Albino fino a Bergamo e Milano, a 1010 metri d’altitudine. Era rossa con la scritta del gruppo di trasporto pubblico Arriva, ora è bianca, con tanto di piscina e camera da letto, nel vano superiore, con tetto di cristallo apribile, per una vera notte sotto le stelle. Un’altra particolarità che la rende richiestissima: è solo per due.
E piace. «Ho fatto tutto in sei mesi – spiega Ivan Tiraboschi, elettricista di Selvino, 46 anni –: ho ritirato la cabina attraverso un bando e l’ho sistemata e arredata». Il 31 agosto 2017 l’apertura di quella che si presenta come una stanza talmente piccola – tra i 6 e i 7 metri quadrati – che le sedie sono altalene appese al soffitto e la testata del letto al piano superiore è l’arcata che teneva sospesa la cabina attraverso i fili. Se oggi la tendenza che anima il turismo è dettata (anche) dall’originalità dei selfie, non stupisce che il successo della cablewayroom si sia alimentato grazie ai social. «Nell’agosto del 2017 – continua Tiraboschi – ho pubblicato su Facebook delle foto e le persone che seguivano la pagina sono passate da 40 a 1.500, ora siamo a quasi 10 mila». Lui che è elettricista ha pensato all’argano che apre il tetto e alle tende «di cui imposto l’apertura al sorgere del sole, mentre la piscina è coperta da una pedana elettrica per tenere l’acqua a 33 gradi».
Non mancano vip: «Le foto su Instagram della velina di Striscia Shaila Gatta hanno fatto il botto. Ma non è la sola – assicura il padrone di casa –. Mi ha poi stupito che anche gente di Bergamo ha scoperto Selvino venendo qui: la cablewayroom è una vetrina anche per il paese. È questo il turismo del futuro, il turismo alternativo».

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