Medico di base, Grassobbio fa da sé: volontari per raccogliere le ricette

«Non c’è soluzione al pasticcio della mancanza di un secondo dottore, l’ambito è coperto». Ma gli altri 16 sono a Seriate.

C’era gente. E tanta. A conferma che il problema della mancata sostituzione del medico di base Nunzio Vanoncini, con un plafond di circa 1.700 assistiti, è reale. A conferma che tutto quanto smosso dall’amministrazione comunale, dal sindaco Manuel Bentoglio ai consiglieri comunali, dalla gente comune alle associazioni arrivate a istituire il comitato «Medici per Grassobbio» sono espressioni di un malcontento diffuso. E preoccupante.Per stemperare tensioni inappropriate, per dare ai grassobbiesi un’informazione di prima mano sulle dinamiche che governano il sistema dei medici di assistenza primaria, soprattutto dal punto di vista di chi finora è stato messo sulla graticola: l’Ats Bergamo in particolare per alcune promesse non mantenute (la Cad ad esempio, Continuità assistenziale diurna) e per aver lasciato aprire ambulatorio a Seriate e non a Grassobbio al medico sostituto di Vanoncini; per aver obbligato circa 1.700 grassobbiesi a scegliere il medico di famiglia di stanza a Seriate. Per tutto questo l’amministrazione comunale ha promosso una pubblica assemblea alla quale ha preso parte il vertice di Ats: il direttore generale Massimo Giupponi, il direttore sanitario Michele Sofia e Maria Rosa Bertoli, referente per il Distretto Bergamo Est.

«Tutto è cominciato ad aprile», ha introdotto il sindaco Bentoglio, e da allora sono seguiti mesi di trambusto non ancora placato a Grassobbio, come è emerso dalla vivacità dell’assemblea con momenti caldi, il pubblico scontento che parlottava sopra le parole di Giupponi mentre spiegava «in tutta franchezza» come stanno le cose, quali sono le regole da seguire: «Che possono non piacere, e possono non piacere neanche a me, ma finché non si cambiano vanno rispettate». Incalzavano osservazioni e convinzioni: bisogna aggiornare il contratto nazionale dei medici di assistenza primaria perché avvertano per tempo quando vanno in pensione e non con preavviso di soli 60 giorni; bisogna che i medici di Seriate facciano ambulatorio anche a Grassobbio dove, con 6.500 abitanti, c’è adesso un medico e mezzo, mentre a Seriate ce ne sono 16; un signore di 87 anni chiede sempre come fare ad andare a Seriate con un sistema di trasporti inadeguato, tanto che l’amministrazione comunale ha bussato anche alla porta di Atb ottenendo picche: «Non ci sono i pullman», ha riportato l’assessore Giovanni Iudica.

Giupponi ha rintuzzato colpo su colpo, spiegando regolamenti, il diritto del medico di scegliere di aprire l’ambulatorio dove preferisce nell’ambito in cui ha deciso di operare e «adesso l’ambito Seriate-Grassobbio non è carente, ha i medici che servono, solo che stanno a Seriate e non possiamo farci niente, pur se li abbiamo inviati a stare qualche ora anche a Grassobbio. La Cad che avevamo promesso non s’è potuta fare perché nel frattempo l’ambito non è più stato carente, essendo arrivati due nuovi medici». Giupponi ha spaziato nella multiforme sfera della sanità: «Avevamo medici di altre regioni d’Italia ma la pandemia ce li ha tolti perché con i ristori statali che agevolavano assunzioni sono tornati quasi tutti al loro paese». Dinamiche impensabili. Nel 2018 c’erano in provincia di Bergamo 679 medici di famiglia, a maggio 2021 erano scesi a 645: «Ciò mentre aumentano le necessità sanitarie, si allunga la vita, aumentano gli anziani e diminuiscono i medici». Per definire un ambito «carente» si valuta la popolazione superiore a 14 anni, i pazienti in Rsa, il numero di medici di famiglia presenti nell’ambito e non nel singolo comune: da qui lo smacco a Grassobbio.

Giupponi prova a trovare soluzioni: «Proprio venerdì mattina abbiamo iniziato un percorso con le Asst bergamasche, i rappresentanti delle farmacie, i coordinatori dei medici di base: ci incontreremo una volta al mese con obiettivo che gli assistiti debbano spostarsi il meno possibile». Un contributo in tal senso è avviato proprio a Grassobbio, grazie a un paio di volontari, coordinati dall’assessore Gildo Epis, che dalle 15 alle 18, da lunedì a giovedì, raccolgono le richieste di ricette nella palazzina degli ambulatori medici e le portano ai medici a Seriate, le vanno poi a prendere e le riportano a Grassobbio. «Sono contento di essere qui, la situazione di Grassobbio si è rivelata un vero laboratorio, ci ha stimolato nella ricerca di nuove soluzioni», era stato l’approccio di Giupponi coi grassobbiesi.

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