Un anno fa il tampone positivo al Covid
Oggi la prima candelina di Beatrice Aurora

Nata l’11 febbraio, la figlia di Marta Zaninoni e Marco Albergati, il 16 marzo era risultata positiva al virus. «A Pasqua il regalo più bello, con il tampone negativo»

La piccola guerriera di Fiorano al Serio, Beatrice Aurora, ha spento giovedì la sua prima candelina. Nata al «Papa Giovanni XXIII» proprio all’inizio dell’ emergenza sanitaria è stata colpita dal Covid-19. La bimba ora sta benissimo e con tutta la famiglia ha festeggiato il suo primo compleanno.

Pochi giorni dopo la nascita, il 26 febbraio mamma Marta Zaninoni e papà Marco Albergati l’hanno portata all’ospedale per controlli già programmati. Subito dopo Beatrice Aurora ha iniziato a manifestare congiuntivite, inappetenza, respiro difficoltoso fino ad arrivare alla notte del 4 marzo con la comparsa di febbre alta. Dopo una notte insonne, con la piccola che aveva la febbre, i genitori l’hanno riportata in ospedale: al termine di tutti gli esami, il tampone era risultato positivo al virus e Beatrice Aurora era stata ricoverata nel reparto neonatale, dov’è rimasta fino al 25 marzo.

La piccola è tornata a casa ma era ancora positiva e quindi, nonostante la felicità di poterla riabbracciare, poteva esserlo solo dai genitori, sempre con mascherina e con molta attenzione all’igiene personale della piccola e della famiglia. Per i genitori i fratellini Ilaria, Chiara e Gabriele sono stati giorni da incubo. Beatrice ha effettuato parecchi tamponi, ma sempre con esito positivo fino a Pasqua, quando l’ennesimo esame finalmente è risultato negativo.

«Per noi è stata una Pasqua con il dono più bello: la guarigione di Beatrice, ma anche con un pensiero di speranza e incoraggiamento a tante persone che non hanno potuto vivere appieno questa gioia – racconta mamma Marta –. Abbiamo trascorso davvero due mesi di ansia e preoccupazione, di momenti davvero difficili ma siamo sempre stati uniti e ci siamo sempre aiutati. Durante i giorni che non abbiamo potuto vedere Beatrice, oltre al dolore emotivo abbiamo dovuto superare anche quello fisico, in quanto noi genitori siamo stati contagiati. Ogni giorno il personale medico e infermieristico ci informava dicendo che Beatrice riposava, mangiava e che sarebbe tornata presto a casa. Tutte le sere la telefonata che terminava in lacrime. Le infermiere, che ringrazio per la loro pazienza, mi davano coraggio ma io solo a sentire il nome della mia piccola scoppiavo in lacrime».

Finalmente Beatrice, dopo due mesi, con i due tamponi positivi, ha terminato il suo calvario, forse la più piccola bimba che a 20 giorni di vita ha sconfitto il Covid-19. Ringrazio ancora tutto il personale del reparto neonatale: il primario Giovanna Mangili e la dottoressa Martina Seguggia. È trascorso ormai un anno da quei indimenticabili giorni segnati dal dolore, da una tensione e preoccupazione davvero pesanti ma anche dalla gioia di riabbracciarla. Un’altra tappa importate della nostra Beatrice Aurora, domenica 13 settembre, il Battesimo nella nostra parrocchiale dedicata a San Giorgio, battezzata da don Gimmi Rizzi che ringrazio di esserci stato vicino telefonicamente e con la preghiera. La felicità di averla potuta battezzare per noi è stata davvero tanta. E abbiamo avuto la fortuna di una giornata soleggiata, potendo condividere con nonni e amici la gioia del battesimo di Beatrice una giornata per noi così significativa e importante. Giovedì, festa della Madonna di Lourdes e del compleanno di Beatrice, abbiamo ringraziato la Mamma di Gesù con una Messa, per la nascita e guarigione della nostra bambina, che ha iniziato a gattonare e a chiamare mamma e papà, ha spento con l’aiuto dei fratelli la candelina del suo primo anno».

«La preoccupazione e l’ansia che abbiamo trascorso in quest’ anno è stata davvero tanta per tutti - prosegue Marta– la nostra Beatrice Aurora ci ha dimostrato che non si deve mai mollare ma sempre essere uniti e guerrieri. Non dimentichiamo ciò che ognuno di noi ha passato, ma ricordiamo e manteniamo vivo ciò che questa pandemia ci ha insegnato e mantenendo le distanze costruiamo il futuro. Un grazie a tutta la mia famiglia in particolare a Marco ai miei figli che insieme a noi hanno saputo essere forti e fiduciosi, hanno saputo sostenermi nei momenti duri. Un grazie anche L’Eco di Bergamo, ai programmi tv e giornali che hanno raccontato la storia di Beatrice Aurora come la guerriera che ha dato speranza in una pandemia mondiale. E grazie a Beatrice Aurora perché fin da piccina mi ha insegnato ad essere forte e che ogni giorno esprime gioia e felicità. Grazie a tutti e che Beatrice sia davvero speranza per tutte le persone che hanno e stanno soffrendo».

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