I conti degli Europei col Covid: premi alle Nazionali tagliati di 40 milioni, saltano 180 milioni di incassi da biglietti. Tutti i dati

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F ino a un paio d’anni fa la Uefa credeva di poter fatturare per Euro 2020 due miliardi di euro. D’altro canto, i ricavi della competizione erano continuamente cresciuti da un’edizione all’altra fino ad arrivare a un miliardo e 916 milioni di euro in occasione di Euro 2016, in Francia. Quello fu il primo torneo a 24 squadre e l’aumento del numero delle partite, da 31 (per effetto delle 16 squadre, con soli 4 gironi da 4 e l’eliminazione diretta a partire dai quarti di finale) a 51 (6 gironi da 4 squadre e migliore 16 che accedono agli ottavi di finale), si tradusse in un’impennata dei ricavi, cresciuti di oltre mezzo miliardo di euro. La pandemia di Covid-19 ha inizialmente indotto la confederazione europea al rinvio di un anno della manifestazione. Malgrado il posticipo i suoi effetti si faranno sentire non poco sui conti del torneo, come è evidente dal ridimensionamento dei premi previsti per le partecipanti. Nel febbraio del 2018 era stata prevista una somma di 371 milioni di euro a disposizione delle 24 squadre: 222 milioni di euro come premio di partecipazione e 149 milioni come bonus di performance. Ogni nazionale avrebbe infatti incassato 9,25 milioni di euro a prescindere dai suoi risultati. Inoltre, nella fase a gironi ciascuna vittoria avrebbe fruttato un milione e mezzo di euro e ciascun pareggio 750 mila euro. L’approdo agli ottavi avrebbe fatto incassare 2 milioni di euro, quello ai quarti ulteriori 3,25 milioni di euro, l’arrivo in semifinale un bonus di 5 milioni di euro, più altri 7 milioni di euro per la finale e aggiuntivi 3 milioni di euro per il successo.