Caudano, il futuro della Montelungo e un pensiero che torna al 1985. E con l’Atalanta fu amore a prima vista

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U n incredibile pomeriggio a scuola: tre ore sulla «Sicurezza». Che cosa fare se arriva un attacco terroristico, un terremoto o una tromba d’aria. I moduli. Gli aprifila e chiudifila. Il professor Caudano per un poco ascolta diligentemente. Poi, un’incauta frase del relatore («in ogni caso, l’emergenza farebbe da ombrello a qualsiasi vostro comportamento») lo innervosisce perché gli pare che vanifichi del tutto il senso stesso di quell’incontro. E allora si distrae. Inevitabilmente. Dapprima legge un po’ del libro che ha cautelativamente portato con sé (Ernesto di Umberto Saba), poi controlla un testo di Gellio che deve utilizzare in classe il giorno dopo (adora il titolo dell’opera, da sempre: Le notti attiche) e infine dà un’occhiata al sito de L’Eco di Bergamo sull’Ipad. Gesto, quest’ultimo, che, ve ne fosse stato bisogno, lo allontana definitivamente dalla sicurezza e dalle sue norme.