Caudano, l’Atalanta ferma, il virus. E un pensiero sul mistero del male che si abbatte anche su chi non lo merita

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P er il professor Caudano, l’Atalanta è una sorta di fidanzata. Ammetterlo gli costa un pochino (nessun uomo, fino alla capitolazione del fisico, accetta facilmente di dover ripiegare su altre passioni per mancanza di una presenza femminile nella propria vita, anche se poi molti, e Caudano li vede, fra quanti sono provvisti di quella presenza, proprio alle passioni succedanee si aggrappano per evadere di casa e prendersi un’onesta pausa, chi pedalando, chi pescando, chi dipingendo...); non ama riconoscere che l’Atalanta è la destinataria dei suoi principali slanci sentimentali, ma sa che è così. Perciò, non si stupisce quando, verso il mezzogiorno della domenica, scopre che la partita con il Sassuolo è rimandata sine die e ne resta basito. Il senso di vuoto è lo stesso che provò nel marzo del 2018, quando morì il povero Astori, capitano della Fiorentina, e Atalanta-Sampdoria, come tutte le altre tre partite di serie A e serie B, venne sospesa. Un conto sono infatti le pause per la Nazionale: Caudano lo sa prima e fin dal turno precedente si mette l’animo in pace. I rinvii inattesi e maturati all’ultimo, invece, gli lasciano un senso di vuoto, quasi di sgomento. Superato il disappunto iniziale (lo stesso di quando la morosa all’ultimo comunica di non star bene e fa saltare il pomeriggio insieme...), Caudano si butta su Internet, che quanto meno gli consente di informarsi, leggere commenti, ragionare.