Caudano, un banco vuoto e Davide contro Golia. Che poi è Atalanta contro Juventus

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P iove, piove troppo. E se Jesi non è né Venezia, né Matera, né Genova, e, anzi, rialzata com’è almeno nella sua parte più antica, poco ha da temere dalle lunghe piogge d’autunno, giorni così sul cuore del professor Caudano pesano come macigni. Il dissesto delle strade lo costringe infatti a passare per pozzanghere immense e inevitabili, nel tragitto fra casa e scuola e viceversa; l’ombrello e la cartella stipata di libri lo impacciano; il traffico impazzisce. Ma, soprattutto, sono il cielo plumbeo e l’aria immalinconita che anche questa mattina vedrà oltre le finestre della scuola a dargli fastidio: quel loro assommarsi alla luce livida delle aule, dove tutto pare farsi più faticoso. Leggere per un’ora il Tasso con fuori l’uggia di novembre è un conto. Altro sarebbe se, alzando gli occhi, vedesse un limpido giorno d’aprile, o uno caldo di maggio, già capace di illudere d’estate. Piove, invece.