Dove andiamo e da dove veniamo. La vigilia del prof. Caudano: pensare al Valencia, ricordando Fermo e Acireale

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C anotto, Porcino, Sciaudone, Legittimo, M’ Bala Nzola. Il professor Caudano, al tramonto di una domenica intorpidita da un po’ di febbre e di stanchezza, e ormai a un passo da Atalanta-Valencia, guarda i servizi della serie B. Li preferisce alle partite dei maggiori campionati europei, in fondo. Li sente più vicini, più suoi. Di una realtà che meglio comprende. Capisce più di Castellammare di Stabia che di Southampton, d’altronde. Lo colpiscono però alcuni cognomi, della serie B: strani quasi fino al ridicolo. Gli paiono onomatopee di un calcio minore. Pensiero che scaccia subito, poiché assurdo e poiché, in fondo, il suo, di cognome, non è molto meglio. E gli stadi? Li rivede e se li ricorda, Elvio, quegli stadi. L’Atalanta ci ha giocato tante volte. Stadi dalle tribune basse, che lasciano svettare ora alberi, ora condomini, talvolta balconi gremiti di spettatori non paganti, residuo di un’altra epoca.