Il prof. Caudano, l’Atalanta, e quei momenti di (non) trascurabile felicità

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Q uest’anno, al giovedì, il professor Caudano esce piuttosto presto di scuola: ha tre ore soltanto, dalla prima alla terza, e poi è libero. Ultimamente ha corretto tantissimo, pacchi di temi su pacchi di temi, e poco lo consola aver sentito alla radio che l’Ocse ha posto all’attenzione del paese l’incapacità dei ragazzi italiani di leggere correttamente un testo, e conseguentemente di scriverne. Molto di più, e lo ha detto nelle varie classi, lo angoscia l’idea che di qui a poco più di un mese toccherà ad un altro giro di verifiche di italiano, senza che nel frattempo possa essere cambiato nulla, perché i ragazzi tendono a non leggere i libri e, se pure gli si danno esercizi di scrittura a casa, li svolgono con dissennata noncuranza, tutti presi come sono, quando lo sono, da matematica e fisica. O dalla playstation. O ciascuno dalle passioni sue.