L’Atalanta, l’avvio di stagione e questo strano arrivo alla sosta. Gasp, gli obiettivi e il futuro da costruire

commento.

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A bbiamo trascorso settimane a dirci che quella classifica era vera, che era un sogno, e forse un sogno lo era davvero, destinato a non rimanere tale. Andiamo alla sosta con un senso di smarrimento, non capendo più chi è l’Atalanta. Abbiamo trascorso settimane vedendo una squadra che segnava poco ma subiva ancora meno, e «speculando» su queste novità (un vero cambio di dna rispetto al passato) scalava la classifica fino a far gridare alla sua gente «salutate la capolista». Andiamo alla sosta a 14 punti dal Napoli capolista, dopo aver invertito tutti i trend: ora troppi gol subiti e non sufficienti quelli segnati, l’Atalanta che non perdeva mai ha perso 4 delle ultime 5 partite: Lazio, Napoli, Lecce, Inter. Questi sono i due estremi di queste prime 15 partite della stagione, e in mezzo a questi due estremi c’è sicuramente il valore reale dell’Atalanta, che in fondo è quel che dice la classifica: la squadra, che si schieri con la veste operaia di inizio stagione, o che torni a giocare con i pregi e i difetti del passato, ha la forza per stare nel treno delle squadre che lotteranno per un posto in Europa. Questo hanno detto, asciugando all’essenziale, questi mesi di campionato. Ci possono essere difetti da limare e pregi su cui lavorare, ma il campionato finora sembra aver detto questo. E qui su Corner useremo la sosta per andare il più possibile in profondità nei valori della Serie A, per capire, approfondire, mettere tutti gli elementi al loro posto. Lo faremo qui, nei prodotti «scritti», e lo faremo anche con l’ausilio dei podcast, la novità di questi giorni (se non hai sentito il primo episodio, lo puoi fare cliccando QUI ). Fine del prologo, ora qualche punto essenziale della partita.