L’Atalanta rimonta, è ancora in corsa. Ma la squadra sembra a fine corsa (e certe scelte proprio non si capiscono)

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Q uando a fine inverno l’Atalanta ha cominciato a «staccarsi» dal campionato per mettere una sorta di «all-in» sull’Europa League, il mondo nerazzurro si è diviso tra chi approvava e chi dissentiva. Da un lato chi voleva assolutamente quel benedetto trofeo da alzare, dall’altro chi osservava la difficoltà dell’avversaria - il Lipsia - e paventava, in caso di eliminazione, una grande difficoltà successiva nel riallacciare la spinta col campionato, nel considerarlo mentalmente un obiettivo ancora fattibile, dopo averlo messo da parte palesemente per provare - legittimamente, sia chiaro - a centrare l’obiettivo grosso. Purtroppo hanno avuto ragione coloro che ammonivano sui rischi enormi di ritrovarsi, a fine stagione, con un pugno di mosche in mano: senza Europa League in bacheca e senza Europa per la prossima stagione. L’Atalanta non c’è più. Sta in campo, ma non c’è. Se ne intravvedono sprazzi isolati, ma non c’è più. La porta per la prossima Europa è, incredibilmente, a dispetto dei risultati, ancora aperta. Ma non contano quasi più calendario nerazzurro e calendario delle altre: conta il fatto che anche contro la Salernitana si è vista una squadra senza gambe, senza testa e quasi solo con i nervi, con una guida discretamente «sorprendente». Ripartiamo da qui, alla fine di questo prologo.