Alfio, Nicolini: l’autografo con gli alpini. E Mourinho battuto alla bocciofila

La penna nera di Colere racconta come è entrato in possesso di una maglia del «folletto» atalantino. E una domenica rocambolesca: quella del 3-1 all’Inter

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Eligio Nicolini

P rima di tutto è un alpino, Alfio Belingheri di Colere. Ma è anche un grande tifoso dell’Atalanta, e conserva gelosissimamente il suo «cimelio», che ora regala al museo virtuale di Corner. E’ una maglia di Eligio Nicolini, il folletto nerazzurro che con Stromberg, Madonna, Evair, Caniggia, Perrone... e Mondonico in panchian ha costituito una parte fondamentale dell’Atalanta delle Coppe Europee. Nicolini ha giocato nell’Atalanta dal 1987 al 1992: 143 presenze e 18 gol. Una colonna della storia nerazzurra e un idolo per Alfio.

«Sì, io tifavo per lui. Tutti guardavano ai campioni di quell’Atalanta, ma io preferivo lui. Piccolino, tecnico, veloce, umile: mi ispirava simpatia e mi pareva che nessuno lo considerasse abbastanza, data la presenza in quell’Atalanta di tanti giocatori più famosi, più appariscenti. Io stavo con Nicolini». Da Colere a Bergamo ci sono circa 60 chilometri: non è semplice, dalla Val di Scalve, essere presenti allo stadio. «Difatti anche all’epoca venivo raramente. Però poi seppi da un mio caro amico di Dalmine, tifosissimo, che lui aveva una maglia di Nicolini, e allora cominciai a chiedergliela in dono. Me la promise per il mio compleanno, e mantenne la promessa: la maglia di Nicolini, bellissima, mi fu consegnata e da allora la conservo».

La storia ha anche un secondo tempo: l’autografo. Perché il caso vuole che le vecchie glorie dell’Atalanta arrivino proprio a Colere per una partita, coronata poi dalla cena preparata dal Gruppo Alpini di Colere. Alfio è in cucina. «Ma prima di cena ho incrociato Nicolini e gli ho anticipato che avevo una cosa da fargli firmare. Difatti prima che andasse via mi hanno chiamato e dalla cucina sono corso a fargli autografare la maglia. Un bel ricordo».

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Come quello di Atalanta-Inter, il 3-1 di Del Neri a Mourinho. Qui Nicolini c’entra poco, ma la storia che Alfio racconta è bellissima. Un ricordo indimenticabile, pur senza aver messo piede allo stadio. «Ho un amico carissimo originario di Colere che abita nelle Ardenne. Si chiama Federico Lazzaroni ed è tifosissimo dell’Atalanta. Ogni tanto viene in Italia, e quella volta volle provare ad andare a vedere Atalanta-Inter. Io sapevo già che i biglietti erano esauriti, ma siamo comunque andati allo stadio e in qualche modo due posti sono saltati fuori. Così sono entrati lui e la sua ragazza, mentre io ho visto la partita alla bocciofila vicina allo stadio, scambiandomi in continuazione messaggi con lui, che era dentro lo stadio. Ma quella vittoria è stata talmente bella che non me la dimentico più, pur non avendo visto la partita». Nel museo, dato che il biglietto non c’è, metteremo questo ricordo.

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