I verbali della bufera: «Atalanta assassinata». Ecco i documenti mai visti

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I eri vi abbiamo raccontato l’antefatto: l’Atalanta che il 30 marzo 1958 va a giocare a Padova la partita decisiva della stagione, quella che può evitare la retrocessione. Va a Padova, contro uno squadrone. E, incredibilmente agli occhi di tanti, vince 3-0. I sospetti si susseguono, la Sampdoria segnala una possibile testimonianza, scattano le indagini, arrivano processi e sentenze: Atalanta retrocessa all’ultimo posto perché il 3-0, secondo le testimonianze raccolte, che però poi si scopriranno essere state «pagate» dalla Samp, Bepi Casari (storico ex portiere dell’Atalanta, che peraltro chiuse la carriera proprio al Padova due anni prima), nei giorni precedenti la partita aveva incontrato un giocatore del Padova, Renato Azzini, e, secondo l’accusa e i testimoni, concordato la vittoria dell’Atalanta. La sentenza d’appello, che conferma la retrocessione, arriva il 13 luglio 1958. Il 14 luglio si riunisce il Consiglio direttivo: è una seduta che cambia la storia dell’Atalanta e del calcio bergamasco. E Corner, grazie al collezionista che ci ha messo a disposizione questo materiale preziosissimo, è oggi in grado di mostrare per la prima volta i documenti «allegati» a questo verbale. Intanto, leggiamo cosa disse il presidente Daniele Turani. Un grande presidente, come lo abbiamo imparato a conoscere in questo lungo viaggio nei verbali. Un uomo saggio, illuminato, che di fronte ai problemi sapeva ascoltare, ma anche decidere di testa sua. Praticamente sempre, per il bene dell’Atalanta. Si capisce bene come un uomo così possa sentirsi ferito dai fatti appena successi.