Caudano e i tanti modi di «fare scuola», Gasp e i tanti modi di «fare l’Atalanta»: bellezza e risultati, questo è il problema

storia.

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Atalanta's Duvan Zapata reacts at the end of the Italian Serie A soccer match Atalanta BC vs Empoli FC at the Gewiss Stadium in Bergamo, Italy, 21 May 2022. ANSA/PAOLO MAGNI (PAOLO MAGNI / Z80)

N on si dà pace, il professor Caudano. Rientra dal Consiglio di Classe della sua quarta e non si dà pace. Perché non voleva e ha preso la parola; e nel prenderla ha detto ciò che si era ripromesso di tacere. La faccenda è andata così: per la prima mezz’ora la riunione era fra i soli docenti; poi, una seconda mezz’ora era aperta ai rappresentanti dei genitori e quelli degli studenti. In entrambe le parti della riunione, venticinque minuti su trenta sono stati dedicati a parlare di PCTO (ex alternanza scuola-lavoro), Educazione Civica e Viaggi di Istruzione. Cinque, alla didattica. Che, essendo gli insegnanti presenti sei (mancava la collega di Inglese), significa meno di un minuto a testa. E Caudano il suo minuto scarso lo ha usato per dire questo: “Poiché vengo esortato a parlare, e non vorrei, esprimo soltanto il mio sgomento di fronte a un dato: se alla didattica e alle varie discipline rimangono cinque minuti cinque, non è certo un caso. È la marginalizzazione progettata e voluta della cultura dentro la scuola, a vantaggio di tutt’altro. Forse, per arrivare da dentro, senza clamori, alla distruzione della scuola pubblica. Ma i genitori sappiano almeno questo: che i loro figli, in quarta liceo, non saprebbero scrivere correttamente una lettera all’amministratore del loro condominio, come emerge dai temi che mi consegnano e che io vanamente correggo. In sintesi: l’istituzione mi sconcerta, gli esiti del mio lavoro mi demoralizzano. Eppure io in quello credo. E in null’altro. Ho finito”. Nell’aula è sceso il gelo.