Caudano, una lite per l’eredità e quel ricordo (e, insieme, una speranza) di un’Atalanta operaia che fermò il Napoli

storia.

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R oba del 2014 o giù di lì. Un’Atalanta-Napoli che sgomentò il prof. Caudano già all’annuncio delle formazioni: Colantuono aveva fatto ricorso alla vecchia guardia, senza andare tanto per il sottile. Aveva richiamato in prima squadra i vecchi bucanieri, per fermare un’emorragia di punti che cominciava a preoccupare. L’undici iniziale annunciatogli dal telecronista fu il seguente: Sportiello; Stendardo, Benalouane, Cherubin; Raimondi, Baselli, Cigarini, Migliaccio, Del Grosso; Denis, Moralez. Finì 1-1, e quell’Atalanta di (vecchi) operai passò addirittura in vantaggio. Pensieri di treno, cui il buon Elvio si abbandona per distrarsi da un episodio che gli morde l’animo. Meraviglia che ora l’Atalanta attenda il Napoli da seconda in classifica, e con una formazione che annovererà giocatori dal presente o dal futuro di ben altra caratura rispetto a quello dei mestieranti di Colantuono: Muriel, Zapata, Koopmeiners, Scalvini, Demiral… Sta rientrando da Pontremoli, via Parma e Ancona, il professor Caudano. Viaggio avventuroso che ha intrapreso in occasione della festività dei defunti. Aveva deciso di andare a rendere visita al ramo materno della sua famiglia.