Il 2019 racconta l’Atalanta: «Pronto a stupirvi»

Intervista impossibile al nuovo anno: «Non svelo nulla, ma ci sarà da divertirsi. E che onore, per me, finire nella storia per i lavori allo stadio».

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G li altri fanno gli oroscopi, più o meno seri. Noi facciamo sul serio, e basta. Quindi, per capire che anno sarà, lo chiediamo direttamente a lui, l’anno 2019. Delle risposte, però, non rispondiamo.

Benvenuto, signor 2019. Perdoni la banalità della domanda, ma… che anno ha intenzione di essere?

“Puffunghè”.

Sì, buonanotte. Va bene che ha due giorni, ma non faccia il bambino, e risponda.

“A parte che a due giorni anche un anno ha il diritto di fare il bambino, che si crede, che me la faccio sotto per le sue domandine?”.

No che non se la fa sotto, e comunque sappia che con due bimbi piccoli il qui presente è campione mondiale di cambio pannolini. Quindi? Risponde?

“Ma che vuole, ma si legga un oroscopo. Voi dei giornali quando comincia un nuovo anno non fate altro che quelli”.

Noi, no, se è per questo. Gli oroscopi li lasciamo ai ciarlatani che li fanno. Ci dica lei, piuttosto, almeno finiamo questa introduzione infinita…

“Ma sì, sarò un anno come tutti gli altri. Alla fine anche di me farete l’elenco dei fatti più importanti, dei grandi personaggi che se ne sono andati… Succederanno cose belle e cose brutte, come tutti. Non mi chieda però che fine farà il governo, perché non lo so nemmeno io che dovrei saperlo”.

No, guardi. Qui non si parla di politica… si parla di pallone. Lo conosce, il pallone?

“Certo, fino all’altro giorno giocavo a pallone coi miei amici. Io, in porta, il 2029 in attacco. Sapesse che ala destra il 2025. Quindi, che vuole sapere?”.

Conosce l’Atalanta?

“E chi non la conosce. Certo. Che peccato, a Copenaghen…”.

Non rivanghi, che qui forse l’abbiamo digerita adesso, mesi e mesi dopo.

“Comunque sì, la conosco. E il 2018, nel passaggio di consegne, mi ha raccontato i 6 gol di Reggio Emilia. Ma questo Ilicic proprio chi lo capisce… o sparisce dal campo, o entra dalla panchina e fra tre gol”.

Sa come sono i geni: imprevedibili per definizione.

“Comunque, mi piace. Ma mi piace l’Atalanta in assoluto. Non le dico i racconti sul quarto posto… il 2017 ci ha fatto una testa così…”.

Non dica quarto posto, che poi Gasperini si arrabbia. Chi ha detto quarto posto? Il 2019, è scritto.

“Lei fa lo spiritoso, quindi non ci crede che l’Atalanta possa arrivare quarta? Guardi che io sono pronto a stupirvi”.

Si figuri, certo che ci credo. Una squadra che piena di riserve quasi batte la Juve può fare tutto. Però non faccia gli indovinelli, che tanto lei come va a finire lo sa già…

“Certo che lo so, ma non lo posso dire, altrimenti vi rovino il gusto di seguire la stagione. E chi si abbona, poi che fa, che sa già tutto?”.

Ci dia almeno degli indizi.

“No, niente indizi. Semmai, consigli”.

Vabbè, partiamo da lì.

“Giocare sempre con umiltà, mai sentirsi arrivati, dopo una bella vittoria caricarsi per un’altra, invece di specchiarsi nel successo precedente”.

Questa l’abbiamo già sentita. Ma lei si è abbonato a Corner?

“Io so tutto, non se lo scordi. So anche che domanda mi farà fra poco…”.

Allora si faccia una domanda e si dia una risposta.

“Che mercato sarà? Ci ho azzeccato?”.

Sì, per forza.

“Sarà un mercato come sempre pieno di voci fuori controllo. Tipo gli arabi che bussano all’ombrellone di Gomez, a Dubai, con la valigetta piena di milioni di dollari. Meno male che Percassi su L’Eco ha detto che i big restano tutti, almeno vi metterete con l’anima in pace. Sarà un mercato come al solito, non abbiate dubbi. La società fa sempre le cose bene. Mi spiace per Rigoni, a lei no?”.

A me un sacco. Si vede che il calciatore ha talento, e quando un talento non riesce a rendere nell’Atalanta, spiace sempre. Se ne andrà, e alla fine può essere un’occasione persa anche per l’Atalanta, non soltanto per lui.

“Concordo. Però ormai avete capito tutti che sarà difficile che resti a Bergamo. Capita che le cose non funzionino. Ma vedrete che se andrà via i dirigenti daranno a Gasperini una valida alternativa”.

Ci dica almeno un nome… sa come lavora Sartori: dice niente a nessuno, poi all’improvviso salta fuori che hanno preso uno che conoscono lui, e altri tre…

“Ecco, su questo Sartori frega quasi anche me: devo studiare bene persino io, per capire dove arriverà”.

E il resto della stagione?

“Vedo che il presidente Percassi insiste a parlare della salvezza, e fa bene. Ma quella è una pratica che non creerà problemi. Questo ve lo posso dire”.

Grazie, lo direbbe anche uno dei ciarlatani degli oroscopi.

“Il resto lo vedrete. Questa è una squadra capace di grandissime cose, e non ve le farà mancare”.

E poi, in estate tutti a Clusone anziché a Rovetta. Lei è scaramantico?

“Ma per favore, non dica stupidaggini. Io non posso essere scaramantico. Come ha scritto un vostro lettore, l’importante è che si preparino come a Rovetta, non l’erba che calpesteranno”.

In estate avremo anche i lavori allo stadio… filerà tutto liscio?

“Ecco, questa è una cosa che i miei colleghi anni mi invidiano. Il 2018 era partito tutto tronfio: dopo anni di dibattiti resterà nella storia che nel mio anno si è cominciato a lavorare allo stadio. Invece se n’è tornato con nulla pure lui, colpito e affondato dalla burocrazia. Toccherà a me questo grande onore. Quando si pubblicherà una foto dello stadio rifatto, per favore scrivete sempre nella didascalia: lavori cominciati nel 2019. Un minimo di narcisismo concedetemelo”.

Ci prendiamo l’impegno. Lei, per favore, si prenda l’impegno di riservarci tante gioie e pochi dolori, ok? Qua la mano, 2019.

“Ci proveremo. Lei adesso mi prepari un biberon di latte e biscotti, che a forza di chiacchiere s’è fatta ora di pranzo”.