La doppia fatica del prof. Caudano: consigli di classe e sosta dell’Atalanta. Ma, in fondo, due (piccole) gioie

storia.

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U n pomeriggio intero di consigli di classe. Pomeriggio di giorno libero, naturalmente. Il professor Caudano lo attraversa ascoltando con un orecchio e con un occhio correggendo i test d’ingresso d’italiano. Cinquantotto. Ventinove per due classi prime. Totalmente inutili, a suo modo di vedere. Perché gli rubano ore e ore di lavoro per appurare ciò che già sa: che dovrà ripartire dall’inizio, e affrontare punteggiatura, alcuni snodi cruciali di analisi grammaticale come il pronome relativo e il verbo, e poi analisi logica e del periodo. Nessun test gli dirà mai che in una classe tutti già possiedono tutte quelle conoscenze. E il livello dei suoi alunni il povero Elvio lo intuisce in mezz’ora, con tre domande, senza bisogno di tanta carta da compulsare. Eppure… Eppure il feticcio dei test d’ingresso pare inamovibile dai riti di inizio anno scolastico e dalle menti delle sue colleghe, sicché lui trascorre i consigli di classe (oziosi la loro parte) correggendo domande di comprensione del testo e di competenza linguistica. Fuori dalle finestre, il giorno di settembre si spegne consegnandosi alle prime ombre. L’Atalanta non gioca da una decina di giorni: troppi. Sommerso dalle correzioni e dalle lezioni da preparare, Elvio non ha più seguito nulla.