L’Atalanta «aiuta» Caudano contro uno studente sleale. Che gol in contropiede, col «sapore dell’insuccesso onesto»

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N el cuore del professor Caudano, il 5-0 sul Bologna ha lavato via lo scialo di Roma, molesto per come era maturato (su tutti, l’errore di Muriel, pressoché inspiegabile) e per le conseguenze che aveva avuto (il mancato approdo al secondo posto). Il 5-0 sul Bologna è un buon viatico verso la qualificazione in Champions. Il 5-0 sul Bologna issa finalmente l’Atalanta lassù, seconda da sola. Muriel si è riscattato mandando deliziosamente in rete Malinovskyj e segnando un rigore, Malinovskyj stesso sembra giunto alla fioritura perfetta del suo talento, Freuler ha segnato un goal di accademica limpidezza, Zapata ha sfondato la rete, Miranchuk ha confermato la sua classe con un tiro chirurgico e un assist pazzesco a Djimsiti, la squadra tutta ha iniziato con qualche balbettio ma poi si è sciolta e ha annientato il Bologna, cui all’andata aveva graziosamente regalato un punto perdendone due. Il 5-0 è un buon viatico, per il professor Caudano. Attilio Osvaldi, invece, è un ragazzo che umanamente più distante da lui non potrebbe essere. In questi casi, il buon Elvio cerca di essere il più equanime possibile, di compiere le sue valutazioni con serenità e giustizia, casomai favorendo gli interessati per non doversi rimproverare il contrario. Men che meno, entra in rotta di collisione, se non in occasioni eccezionali. L’Osvaldi lo ha in quinta ed è il sesto anno, perché in seconda lo ha bocciato, insieme ai suoi colleghi di quella stagione, naturalmente. Per un caso sfuggito alla preside, il consiglio di classe era infatti tutto formato da insegnanti esigenti e severi, di quelli che, normalmente, vengono sparpagliati perché non siano in condizione di “nuocere”. L’Osvaldi è uno di quei ragazzi che vive nella penombra di una vita ambigua, nutrita di piccoli e grandi espedienti nonché di odiosi tentativi di apparire irreprensibile, una vita che Elvio, se potesse, sovvertirebbe radicalmente, per il poco che ne sa. Opportunista in casa e con i compagni, mai chiaro nei rapporti con gli insegnanti, a volte lo sguardo assente di chi già prima della prima ora ha assunto qualche sostanza capace di ottundere, provvisto di denaro oltre ogni ragionevole bisogno da danarosi genitori che così si tacitano la coscienza, l’Osvaldi studia al di sotto del minimo sindacale ma al di sopra del nulla che la scuola dell’inclusione ritiene sufficiente.