L’Atalanta, la Juve e la storia di Mirkovic: una vita in bianconero con parentesi nerazzurra

storia. Il racconto di Dino Nikpalj

Lettura 5 min.

U na vita in bianconero, anche se in Italia ce l’ha portato l’Atalanta nell’estate del 1996 e a Bergamo ci è rimasto due campionati. Zoran Mirkovic ha giocato 2 stagioni nella Juventus ma nel cuore ha altri bianconeri, quelli del Partizan di Belgrado, ovvero metà della capitale serba. In realtà i primi calci li ha tirati nel Rad (vuol dire “lavoro”), storicamente la terza squadra di una città dove il calcio si regge sul derby eterno tra Crvena Zvezda (la Stella Rossa) e Partizan, poi c’è il resto. Dal Rad, oggi in seconda serie, all’Obilic che fu del comandante Arkan precipitato nelle serie inferiori, passando per le gloriose Ofk e Zemun fino a quel Čukarički che si sta ritagliando un ruolo da terza forza cittadina. E quindi del Paese. Erano stati Nicola Radici e Giacomo Randazzo a scoprire quel 25enne talentuoso difensore titolare fisso del Partizan: un affare già chiuso a primavera del 1996 e pure a stagione in corso per evitare la concorrenza di altre squadre, il Bordeaux su tutte. “Bata”, questo il suo soprannome, era uno degli idoli dei “Grobari”, i becchini, la tifoseria bianconera più calda, anche per il fatto che a differenza di molti altri suoi connazionali era rimasto a giocare a Belgrado nel bel mezzo della guerra. La stagione d’esordio di Mirkovic nella massima serie con il Rad coincide con l’ultima della storia della Prva Liga nella sua accezione originaria, quella con anche le squadre croate e slovene che usciranno di scena dopo l’estate. Quel campionato 1990-91 lo vince la Stella Rossa (che qualche settimana dopo porta a casa anche una storica Coppa Campioni) davanti a Dinamo Zagabria, Partizan, Proleter, Borac e Hajduk: il Rad si piazza in un’ottima 8ª posizione: in quella dopo il conflitto esplode e il campionato jugoslavo diventa un affare tra squadre serbe e montenegrine.