Il cardinale Tolentino de Mendonça apre«Le Vie del Sacro»

L’evento. Il Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione il 25 marzo sarà ospite in Duomo per dialogare con i giovani sul tema della bellezza.

Sarà il Ministro della Cultura della Città del Vaticano a inaugurare ufficialmente «Le Vie del Sacro», il progetto dedicato al patrimonio artistico della Diocesi di Bergamo per Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. Il card. Josè Tolentino de Mendonça, nominato da Papa Francesco Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione lo scorso settembre, sarà a Bergamo il 25 marzo per una serata di dialogo con i giovani dedicata al tema della bellezza. Poeta e teologo, Tolentino de Mendonça avvierà ufficialmente il progetto «Le Vie del Sacro», che affida a quaranta giovani un servizio di mediazione culturale del patrimonio artistico ecclesiastico con l’intento di creare ponti culturali, intergenerazionali, sociali e spirituali. Prima dell’incontro con il porporato, alle 15 si darà il via ai «Camini di bellezza» (v. articolo in basso), evento diffuso alla scoperta dei tesori nascosti di Città Alta.

Il cardinale, per la prima volta in visita a Bergamo, interverrà alle 20.45 nella Cattedrale di Sant’Alessandro e qui intreccerà con i giovani de «Le Vie del Sacro» un dialogo sui temi della bellezza, sul desiderio che ognuno ha di essa e sul ruolo che può giocare per il bene comune. La presenza del card. Tolentino Tolentino de Mendonça è stata salutata con entusiamo da don Fabrizio Rigamonti, direttore dell’Ufficio di Pastorale della Cultura della Diocesi («Gli studi e le riflessioni del Cardinale sono una bussola preziosa per affrontare le sfide che il presente porge al mondo della cultura»), oltre che da Giuseppe Giovanelli, Presidente della Fondazione Adriano Bernareggi e don Roberto Trussardi, direttore di Fondazione Diakonia Onlus, main partner de «Le Vie del Sacro».

Il card. Tolentino de Mendonça, una delle più autirevoli voci del cattolicesimo contemporaneo - come detto - nutre una grande passione per la poesia. A questo proposito in un’occasione ebbe a esprimersi con queste parole: «Gesù è un poeta [...] Ci conduce oltre, ci fa vedere quello che di solito non riusciamo a vedere, ci fa ascoltare la realtà in un altro modo, riavvicina in una forma così intensissima la nostra umanità precaria, fragile, incompiuta, al divino. Ci fa vedere nel minimo il massimo. [...] La teologia per tanti secoli ha privilegiato la definizione dogmatica di Gesù: Gesù è il Figlio di Dio, Gesù è il Messia, Gesù è il Verbo incarnato, e guardava un po’ “Gesù maestro” come qualcosa di minore, qualcosa che non era così essenziale nel confronto con le grandi definizioni dogmatiche. Invece, quello di cui abbiamo bisogno è proprio Gesù maestro, di un Gesù poeta, di un Gesù che ci racconta la vita in parabole, di un Gesù che ci offre un linguaggio per capirci, per avere parole per dire la gioia, l’enigma, il dolore di stare/essere vivo, di stare qui ad affrontare questa avventura senza nome che è la nostra propria esistenza».

Nella formazione del porporato, un ruolo importante hanno avuto i suoi familiari e la sua grande passione per la lettura. «Mia nonna era analfabeta, riusciva con tantissima difficoltà a scrivere il suo nome, ma conosceva a memoria tutto un repertorio orale - ha detto il cardinale -. La letteratura è cominciata prima della scrittura: la Bibbia, Omero, tante grandi poesie hanno prima di tutto conosciuto un’esistenza orale. E penso che sia una grande esperienza umana ascoltare una poesia, una canzone, una storia, un mito dalla viva voce di una persona. Per me è stato così».

«Amo tanto i libri e la letteratura - ha proseguito - perché sono stato seduto sulle ginocchia di mia nonna e da lei ho ricevuto in questo modo le prime storie. Così oggi so che dietro i libri ci sono le voci umane, so che una biblioteca è una corale di voci umane che fanno un colloquio silenzioso, tra possibile e impossibile, in ricerca di se stessi, in ricerca degli altri, davanti alle grandi domande della vita».

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