Luisa Ranieri al Creberg teatro
«Indago la vera natura dell’amore»

Da giovedì a domenica in scena con «The Deep Blue Sea». «Sul palco un sentimento assoluto. Piena intesa col regista, mio marito Luca Zingaretti»

La Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti riprende, dopo la pausa natalizia, dal Creberg Teatro dove da giovedì a domenica va in scena «The Deep Blue Sea», interpretata, nel ruolo della protagonista, Hester Collyer, dall’attrice Luisa Ranieri che, ci ha raccontato, si è innamorata di questo testo e di questo ruolo, assistendo alla commedia a Londra.

«Mi serviva solo un regista», ci ha spiegato. E,voilà, lo ha trovato nel marito, l’attore e regista Luca Zingaretti. L’autore, Sir Terence Mervyn Rattigan (10 giugno 1911 – 30 novembre 1977) è stato uno dei più popolari drammaturghi inglesi (anche sceneggiatore per il cinema) del XX secolo, ancora oggi rappresentato sulle scene.

Con Luisa Ranieri saranno in scena anche Maddalena Amorini, Giovanni Anzaldo, Alessia Giuliani, Flavio Furno, Aldo Ottobrino e Luciano Scarpa. Scene di Carmelo Giammello. Costumi di Chiara Ferrantini. Luci di Pietro Sperduti. Musiche di Manù Bandettini.

Signora Ranieri, come ha scoperto questo testo?

«Avevamo letto diverse cose sue con Luca Zingaretti e siamo andati a Londra appositamente per vedere questo testo in scena con la determinata intenzione di portarlo in Italia per la prima volta. E così è stato».

Chi è la Hester di «Deep Blue Sea»?

«È una donna complessa. Forte e fragile insieme. Ha la forza di seguire la sua passione fino agli abissi più profondi, senza perdersi, ma in realtà è proprio toccando il fondo che ritrova se stessa. Non ha paura di lasciare il conosciuto per lo sconosciuto. Guarda in faccia le sue emozioni. In un mondo che vive del proprio riflesso, ha il coraggio di perdersi per un’altra persona. C’è molto su cui riflettere su questo personaggio, anche oggi».

Lo sentiva affine alle sue corde di attrice?

«Non c’è bisogno di ritrovare delle affinità per volere interpretare un personaggio, anzi, a volte più è lontano da te, più il lavoro è affascinante. L’importante è calarsi nel suo mondo, farlo tuo, darne una tua interpretazione e renderlo credibile al pubblico e a te. Hester è una sfida tra le più belle che abbia affrontato finora».

Quello di Hester è un amore infelice: ma oggi si soffre ancora per amore? L’Avvocato Agnelli sosteneva che «si innamorano solo le cameriere».

«Io credo che tutti si innamorino e non una volta sola nella vita. Quello cui forse si riferiva l’Avvocato gira intorno all’altro tema: cosa sono disposto a fare per amore? Quanto sono disposto a mettere in gioco, a perdere? Hester è disposta a perdere tutto per amore, ma man mano che si disvela il suo pensiero si capisce che è molto più lucida di quello che può sembrare all’inizio: ha un’idea chiara di quello che lascia e di quello che è disposta a perdere».

Che tipo di amore prova Hester?

«Un amore assoluto, altruista, totalizzante, disperato».

Potremmo definirlo un lavoro che ragiona intorno alla differenza tra «passione» e «amore»?

«Anche, ma ripeto, è un lavoro che ragiona sulla vera natura dell’amore e sui diversi modi di viverlo. Per il marito, Hester è l’idealizzazione di un cliché, per il giovane amante una conquista, un egoistico modo di vedersi riflesso negli occhi di qualcuno che ti ama. Per Hester è diverso, per Hester l’amore è tutto».

In amore sono più forti gli uomini o le donne?

«Ah, dipende dalle persone, non amo fare differenze troppo manichee. Gli elementi femminili e maschili si mescolano in modi e percentuali diverse in ognuno di noi. C’è forse un modo più femminile di amare che è più proiettato verso l’altro, meno egoistico, le donne quasi geneticamente tendono a prendersi cura degli altri, è la potenzialità materna che le fa tendere a questo».

Lei, nella vita, ha mai sofferto per amore? O meglio: ha cercato qualcosa dentro se stessa per interpretare questo personaggio e le sue emozioni?

«Chi non ha sofferto per amore? Ma non ho messo del mio, nella sua interpretazione ho cercato di capire profondamente quello che provava e quello che desiderava Hester».

Nello spettacolo è diretta da suo marito, l’attore e regista Luca Zingaretti. Come è stata la collaborazione?

«È stata un’esperienza meravigliosa. Quando siamo andati a “prenderci” questa pièce a Londra lui ha visto subito Hester in me e io in lui ho visto la capacità che ha dimostrato di raccontare un lavoro così intenso e inusuale. Luca è un regista estremamente generoso e coinvolgente. Le sue sono spesso indicazioni “interpretate”, è un ciclone sul palco. Sottolinea ogni sfumatura emozionale e vuole che la si colga, non lascia nulla al caso».

Come vivete il vostro sodalizio artistico sulla scena e di coppia nella vita?

«Cerchiamo di tenere i due ambiti il più possibile distinti, ma siamo sostegno l’uno per l’altra».

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