Avis, donazioni in aumento: oltre 22 mila da inizio anno

Superata la crisi del 2020 con quasi 4.000 unità in più. Reclutati 2.100 donatori di plasma iperimmune per anticorpi anti Covid.

Dopo un anno difficilissimo, l’Avis registra in questi primi mesi un incremento significativo di donazioni, arrivate a 22.128 con un + 3.944 unità rispetto al 2020; 1.300 i nuovi donatori e 600 quelli che hanno ripreso a donare. Viene così superato il calo donazionale che ha caratterizzato il 2020, quando le donazioni sono state 59.496 con una diminuzione di 4.268 unità.

I numeri

Un leggero aumento per la raccolta di plasma (+132 unità) per effetto di alcuni progetti che hanno coinvolto l’associazione; «in particolare – ha detto il presidente provinciale Artemio Trapattoni – Avis si è impegnata per il reclutamento di donatori per la raccolta di plasma iperimmune per anticorpi anti Sars Co-V2, iniziata al centro del Monterosso ad agosto 2020 e che ad oggi ha permesso di reclutare oltre 2.100 donatori e di fornire al Papa Giovanni XXIII oltre 582 unità di plasma donate da 179 donatori iperimmuni, riscontrati con elevati anticorpi». Questa prima parte dell’anno registra l’apertura di nuovi locali per le donazioni nelle strutture di Zingonia e Ponte San Pietro che fanno capo al gruppo San Donato ed entro l’autunno nuovi spazi sono previsti anche per l’unità di raccolta nel presidio di Calcinate (Asst Bergamo Est).

Il consiglio direttivo

I dati sono stati presentati durante la 75a assemblea annuale che si è svolta sabato 15 maggio nella sede al Monterosso, dove era presente il Comitato esecutivo con il presidente, il vice Paolo Moro, il tesoriere Oscar Bianchi, il direttore Giorgio Concina, la responsabile sanitaria Barbara Giussani e i consiglieri Silvia Ghilardi e Franco Cortinovis, mentre gli oltre 500 delegati (in rappresentanza dei 36.067 donatori) erano collegati on line da 16 zone della provincia. All’ordine del giorno il rinnovo del consiglio provinciale con l’elezione dei 23 membri in carica per i prossimi quattro anni (Italo Accardi, Oscar Bianchi, Pasquale Busetti, Ferdinanda Canzi, Franco Cortinovis, Michele Gotti, Roberto Guerini, Giuliana Moioli, Paolo Moro, Silvana Piccinini, Pierluigi Plebani, Gaudenzio Previtali, Stefano Roggeri, Antonino Ruggeri, Maurizio Santinelli, Francesco Scandella, Carlotta Sonzogni, Alessandro Sozzi, Sara Spinelli, Walter Stancheris, Artemio Trapattoni, Gianluca Zanchi, Emanuela Zenoni). Uno di loro entro trenta giorni verrà eletto presidente.

«Nonostante la situazione ancora critica – ha detto Trapattoni – nel 2020 l’associazione, grazie alla rete di 157 Avis comunali, ha garantito una sostanziale tenuta, considerando che nei primi mesi il fabbisogno di emocomponenti era ridotto perché ridotte le attività ordinarie negli ospedali». Un calo c’è stato, ma i donatori hanno sempre risposto all’appello, ed Avis ha saputo operare in sicurezza. La pandemia ha costretto a sospende parte delle attività di sensibilizzazione e formazione nelle scuole.

Bianchi: «Ora un ruolo attivo»

In assemblea è intervenuto il presidente di Avis Lombardia, Oscar Bianchi, che ha sottolineato come il Covid abbia reso palesi alcune criticità del sistema trasfusionale: «La donazione non deve avvenire in un contesto di emergenza ed urgenza, ma va pianificata per evitare sprechi e carenze. Avis ha competenza per non essere considerata un “fornitore”, ma un soggetto attivo, parte del sistema. Per questo nell’ambito del processo in atto, relativo alla riorganizzazione del piano socio sanitario lombardo, chiederemo di affidare interamente ad Avis la raccolta (oggi il 46% della raccolta è gestita da Avis e il 54% dagli ospedali), liberando in questo modo professionalità che possono essere dedicate alla medicina trasfusionale all’interno delle strutture ospedaliere».

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