Nuovi nati, l’anno nero della Val Seriana
Record negativo per Castione e Leffe

I dati Istat relativi al 2019: soffrono le «Terre alte» e la Valgandino. Villa d’Ogna e Cazzano al minimo storico. Ma c’è anche chi sale.

La montagna si spopola. Ma quanto soffrono le «terre alte»? Scorrendo i dati Istat relativi alla Valle Seriana emerge, per alcuni paesi, un 2019 nero, sul fronte nascite. Anche dimezzate se non ridotte di due terzi, oppure azzerate. Certo i dati vanno letti in prospettiva almeno quinquennale: ma anche facendolo, ci si accorge di come parecchi paesi di montagna stiano cedendo alle culle vuote.

Chi dimezza le nascite è Castione della Presolana, che passa da 22 nati nel 2018 a 11 nel 2019; ma già nel 2017 e 2016 si erano registrate solo 14 nascite dopo il boom di 31 nel 2015: «È una situazione – afferma l’assessore Simona Bona – che si ripercuote sulle scuole del territorio e per la quale da tempo si stanno facendo riflessioni all’interno dell’Ambito». Addio bebè oltre i 20 all’anno, a Villa d’Ogna: i nuovi nati erano 21 nel 2013, 22 l’anno dopo e poi in picchiata 16, 14, 9, quindi 14 nel 2018 e soltanto 6 lo scorso anno. «Si tratta – ricorda la sindaca Angela Bellini – di un calo che colpisce e fa pensare. Le cause? La partenza di alcune famiglie che cercano altrove maggiori comodità e possibilità lavorative. Un problema difficile, da affrontare e risolvere» anche con gli incentivi offerti dal 2015 a chi intende ristrutturare casa.

Oltressenda Alta, 150 abitanti, ai piccoli numeri è abituata, ma troppo spesso è a quota zero nascite: nel 2019 come nel 2016 e 2014 e per il resto di questi anni (2017, 2015 e 2013) se ne è registrata soltanto una e due nel 2018. «La nostra popolazione per mancanza di servizi e di lavoro – commenta il sindaco Giulio Baronchelli – ogni anno diminuisce. Ad andarsene sono soprattutto i giovani e in particolare gli studenti dopo il diploma o la laurea». A soffrire per «il tanto lavoro che non c’è più» sono soprattutto Ponte Nossa e la Val Gandino. Da Ponte Nossa il sindaco Stefano Mazzoleni spiega come siano «straordinarie le 20 nascite del 2018 rispetto alla media» generata dalla successione, dal 2016 al 2018, di 8, 5, 13, 7 e ancora 7 nati. «Ponte Nossa – spiega il primo cittadino – ha raggiunto l’apice massimo negli anni ’60 con oltre 2.500 abitanti. All’epoca soltanto la fabbrica De Angeli Frua e l’Ammi (attuale Pontenossa Spa, ndr) davano occupazione a oltre 2.000 persone. Oggi abbiamo ancora molte fabbriche, ma i posti di lavoro ovviamente sono meno». Eppure non mancano i servizi, oltre a una vivace rete di negozi e attività.

Aprendo una parentesi fuori dall’Ambito dell’alta valle, il minimo storico s’è toccato anche a Leffe: nel paese laniero per eccellenza sono nati nel 2019 soltanto 16 bambini (i dati a ritroso danno 28, 32, 26, 30, 32 e 35 nascite), il che fa dire al sindaco Marco Gallizioli: «È nostro compito far sì che i servizi offerti convincano i giovani a rimanere nei nostri paesi. C’è molto da fare». Preoccupazione a Cazzano Sant’Andrea per il recente tracollo – 7 nascite contro le 15, 11, 17, 15, 19 e 14 fino al 2013 –: «Speriamo sia un fatto contingente – si augura il sindaco Sergio Spampatti –: quest’anno per fortuna dovrebbero nascere più bambini. In ogni caso, oltre ai nidi gratis, intendiamo introdurre un bonus bebè di 300 euro». Poi ci sono le «sorprese» di Gorno, Onore, Gandellino, Oneta, Gromo, Piario. I numeri, per questi paesi della Valle del Riso e dell’asta del Serio, riservano per il 2019 un balzo in avanti inaspettato ma che, se si legge in prospettiva ai dati storici, mostra più che un’inversione di marcia, un ritorno agli standard di qualche anno fa.

Come a Gorno, che lo scorso anno ha accolto 14 nuovi nati contro i 7 del 2017 (nella pagina a fianco i dettagli). E come Oneta, dove dopo il default del 2018, con un solo nato, nel 2019 sono arrivati tre bambini, in linea con gli anni precedenti, ma inferiore al dato 2013, quando furono sei i nati. Intanto si prospetta un invecchiamento sempre più marcato: dei 580 abitanti, circa 190 hanno oltre 60 anni. Anche a Onore parlano di «anomalia», ma riferita al 2018, quando nacque un solo bimbo. Lo scorso anno, invece, i numeri sono tornati nella media (7 nati come nel 2013, mentre dal 2014 in poi sono stati 9 poi 8, 8 e di nuovo 9 nel 2017). «Siamo tornati ai numeri usuali – spiega il giovane sindaco Michele Schiavi –. In più, nell’ultimo anno si sono trasferite in paese diverse giovani coppie senza figli, per ora. Stiamo investendo molto nelle politiche familiari».

Gandellino torna invece ai livelli del 2013 – 10 nati lo scorso anno contro i 9 di sette anni fa – lasciandosi alle spalle il quinquennio a una cifra dal 2014 al 2018 con numeri fissi sui 5 e i 7 nati. «Alcune coppie giovani hanno deciso di rimanere in paese – spiega la sindaca Flora Fiorina –. Non diamo incentivi per i nuovi nati, tuttavia abbiamo stabilito di far pagare solo il 50% degli oneri a chi ristruttura casa. Inoltre mille euro per tre anni (totale 3 mila) a chi decide di aprire un’attività in paese». Pure Piario mostra un lento miglioramento: sei nati nel 2019 contro i 4 del 2018 e i 2 del 2017, mentre nel 2016 erano 7 e 8 nel 2015. «In paese negli ultimi anni si sono stabilite alcune coppie giovani, sia italiane che di immigrati» spiega il sindaco Pietro Visini. Torna invece a esprimersi a due cifre la natalità di Gromo: 10 nuovi cittadini come nel 2014, ma tre anni fa si era scesi a 4. «I nostri paesi stanno vivendo in generale un calo demografico – commenta la sindaca Sara Riva –, il dato del 2019 ci conforta. Dall’inizio del mandato abbiamo infatti cercato di mantenere i servizi. Inoltre puntiamo molto sul turismo come fonte di opportunità per il territorio, in grado di creare posti di lavoro». La battaglia per mantenere viva la montagna continua.

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