Corna Imagna: appello agli esperti per la lotta al cancro del castagno

Valle Imagna. Il territorio è infestato da un fungo che debilita le piante vecchie e quelle giovani. Il sindaco: a rischio il nostro progetto di rilancio.

«Aiutateci a combattere il cancro dei nostri castagni». A lanciare l’appello è il sindaco di Corna Imagna, Giacomo Invernizzi, che da una decina d’anni, con la sua amministrazione comunale e varie realtà locali porta avanti un ampio progetto di valorizzazione e recupero della tradizione castanicola di Corna Imagna (di cui fa parte anche la Sagra della Castagna, che torna per l’ottava edizione da domani al 12 novembre), frenato però dal cancro corticale del castagno, causato da un fungo ascomicete, che rallenta, e di molto, la nascita di nuovi castagni.

«Una decina di anni fa – dichiara il sindaco – siamo partiti con il progetto di recupero di questo prodotto locale, da sempre molto presente sul territorio (da qui i nostri abitanti venivano anticamente chiamati “castagnì”): se torniamo solo agli anni ’70-’80, erano centinaia le piante a Corna Imagna. Da allora i castagni sono divenuti sempre meno a causa dell’abbandono dei pascoli, per il venir meno dell’attività agricola, e dell’avanzare del bosco, che ingloba queste piante e le fa morire per mancanza di luce. Oltre a questo, negli ultimi 80 anni non sono stati fatti innesti di nuove piante e anche questo ha influito sulla diminuzione dei castagni (che impatta anche dal punto di vista visivo sul territorio)».

Il progetto prevedeva la cura e il recupero delle piante (storiche e anche centenarie), ma anche nuove piantumazioni. «Purtroppo – spiega – la nostra volontà di far crescere nuove piante si scontra con il problema del cancro corticale del castagno, che colpisce molte piante deboli (quindi appena piantate, perché ancora fragili, o quelle vecchie e malate) e che non lascia loro scampo (fortunatamente è invece sotto controllo il cinipede, altra grande piaga del castagno). Questo rende difficile l’avvio di nuove piantagioni. In questi anni, infatti, migliaia sono stati i tentativi di innesto, ma i risultati molto deludenti: una trentina di cittadini hanno provato a innestare i castagni, ma da qualche migliaio di innesti, un investimento enorme, oggi sono nate solo una trentina di piante. È quindi un problema importante. Per questo chiediamo aiuto a qualche esperto o ricercatore per trovare una soluzione». Il problema rischia di causare danni anche al progetto comunale di valorizzazione e recupero della tradizione castanicola.

«Risolvere il problema è per noi fondamentale – specifica – per il rilancio della castanicoltura. Negli anni infatti abbiamo creato percorsi naturalistici (come il Sentiero del Castagno) e anche gastronomici, oltre che una filiera economica dei nostri territori per valorizzare la castagna. Sviluppare nuovi alberi è una condizione essenziale per dare continuità al progetto. Si conta su questo. La stessa Sagra, che porta un turismo importante e quindi lavoro sul nostro territorio, si basa proprio sulla castagna: avere più alberi e produrre più castagne sarebbe un ulteriore aiuto. Vogliamo capire come intervenire perché gli strumenti che abbiamo non sono sufficienti. E non possiamo vivere solo delle vecchie piante, per altro già decimate e ad oggi alcune malconce e fragili».

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