Covid, crollano i nuovi contagi: 32,9% in meno. Incidenza più elevata tra 0 e 11 anni

L’analisi settimanale per fasce d’età conferma che è la popolazione scolastica quella più colpita, ma si tratta in larghissima parte di casi asintomatici o paucisintomatici. Ancora in calo la pressione sugli ospedali.

La curva torna a puntare verso il basso, ormai da tre settimane consecutive. Nella Bergamasca i contagi continuano a calare, in maniera sempre più decisa: negli ultimi sette giorni 12.886 casi, il 32,9% in meno rispetto ai 19.191 della settimana precedente. Complice il dilagare della variante Omicron, ormai largamente dominante, e i contagi nella fascia pediatrica, l’incidenza provinciale rimane comunque elevata: secondo il consueto report diffuso da Ats, nell’ultima settimana l’indicatore si attesta infatti a 1.147 positivi ogni centomila abitanti. Anche i Comuni Covid free sono ancora ridotti ad una manciata: solo sei: Averara, Mezzoldo, Piazzolo, Vedeseta, Brumano, Schilpario) .

Indicatori che, in ogni caso, non offuscano i segnali di ottimismo aggrappati alla decrescita, evidente, dei positivi: «I dati mostrano un reale raffreddamento, con il raggiungimento del plateau della curva e un chiaro inizio di discesa - osserva Alberto Zucchi, alla guida del Servizio epidemiologico aziendale di Ats Bergamo -. L’effetto scuola sta però pesando ancora, come mostrano anche questa settimana i dati di incidenza per classi di età: le quote maggiori di positivi si registrano nella fascia 0-11 anni, seguita da quella 40-49. Fortunatamente i casi restano, in grandissima misura, casi asintomatici o paucisintomatici». E proprio a proposito di classi d’età, nella settimana 26 gennaio-1 febbraio un positivo su quattro (25%) è nella fascia 0-11 anni; seguono i cittadini fra i 40 e i 49 anni (17%), e i 30-39 (15%). Per contro, rientra nella classe d’età 80-89 solo il 2% dei positivi della scorsa settimana, percentuale che scende all’1% per gli «over 90». A fine gennaio, quando la variante Omicron già dilagava sul territorio orobico, il Servizio epidemiologico di Ats Bergamo ha condotto uno studio per verificare l’impatto della vaccinazione (il 60% degli over 5 ha già ricevuto il booster, mentre il 13,5% del target non si è sottoposto ad alcuna dose) sul rischio di contrarre forme gravi di malattia da Covid-19.

Ebbene, dallo studio risulta che ogni diecimila non vaccinati nella Bergamasca si siano registrati 23 ricoveri in reparti ordinari, contro i cinque rilevati ogni diecimila vaccinati. Ancor più evidente la riduzione del rischio se si considera la terapia intensiva: secondo gli epidemiologi di Ats ogni centomila non vaccinati si contano 24 ricoveri, contro i 2 ogni centomila vaccinati. «I dati del nostro studio - sottolineano gli epidemiologi Roberta Ciampichini e Giacomo Crotti-, che si basano su una popolazione come quella bergamasca che non solo presenta un altissimo livello di copertura vaccinale ma vanta probabilmente anche una copertura immunitaria molto elevata correlabile ai livelli di contagio altissimi nella prima e seconda ondata, sono coerenti con quanto emerge dall’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità. Una più elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età compresa quella pediatrica tra i 5 e gli 11 anni, è lo strumento fondamentale per contenere l’impatto dell’epidemia, anche se sostenuta da varianti emergenti quali la variante Omicron».

Anche dal bollettino quotidiano arrivano dati incoraggianti, sotto tutti i fronti. Ieri in Bergamasca sono state diagnosticate 1.569 nuove infezioni, con l’incidenza limata a 1.046 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti: quest’ oggi, verosimilmente, si dovrebbe scendere al di sotto del valore mille, discreto traguardo simbolico (è dal 31 dicembre che si resta al di sopra dei mille casi settimanali ogni 100mila abitanti). Nell’intera regione sono stati 16.098 i nuovi casi segnalati, a fronte di 157.969 tamponi analizzati: il tasso di positività rimbalza al 10,19%, l’incidenza scema a 1.208 casi settimanali ogni 100mila abitanti; sono 347.560 le persone attualmente positive in tutta la Lombardia.

La pressione ospedaliera segna un ulteriore arretramento: i pazienti nelle terapie intensive lombarde sono ora 229 (6 in meno di martedì), quelli nei reparti ordinari calano a 2.970 (74 in meno di martedì; si era oltre quota tremila dall’11 gennaio). Si riducono a circa 330 i ricoverati nelle strutture bergamasche, tra terapie intensive, reparti per acuti e posti per sub-acuti. Al «Papa Giovanni» l’allentamento della pressione è significativo: si registrano ora 131 pazienti ordinari (13 in meno di martedì) e 16 in Terapia intensiva (-1). Calo minimo nell’Asst Bergamo Est, che accoglie 62 ricoverati (-1): a Seriate ci sono 11 pazienti acuti e 1 in Terapia intensiva, ad Alzano 33 acuti, a Lovere 17 sub-acuti. Gli ultimi aggiornamenti dalle altre strutture riferivano di una trentina di sub-acuti al Policlinico San Marco di Zingonia e 10 sub-acuti al Policlinico San Pietro (Istituto ospedalieri bergamaschi), 29 pazienti all’Humanitas Gavazzeni e 37 pazienti Covid sintomatici a Treviglio e 12 sub-acuti a Romano per l’Asst Bergamo Ovest. Dei 50 decessi causati dal Covid ieri in tutta la Lombardia, 2 hanno riguardato la Bergamasca.

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