Vittime del Covid, il memoriale di Nembro pronto il 18 marzo - Foto

L’anniversario L’area verde dedicata ai 188 morti del 2020 è quasi ultimata: cerimonia per la Giornata nazionale. Il sindaco Cancelli: «Un’oasi di pace che celebra la vita».

Si cammina a passo veloce, da queste parti. Soli con il cane al guinzaglio o a piccoli gruppi lungo la pista ciclopedonale, immersi nell’oasi che, qui, hanno ribattezzato «Il bosco di città». Ma l’occhio non può non cadere su quelle file disordinate di giovani cipressi, là oltre la rete arancione da cantiere.

Il progetto

Qui, dal 18 marzo prossimo, il passo si farà più lento, pesante forse. Perché nella Giornata in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus, nel prato tra l’Oasi Saletti, le scuole medie, il cimitero e le piste ciclopedonali della parte bassa di Nembro, qui si inaugurerà quella che vuole essere un’oasi di pace. E del ricordo. Un memoriale dei 188 nembresi mancati dal 23 febbraio al 30 aprile 2020. Era l’auspicio del Comune, inaugurarlo il 18: sarà fatto.

Il memoriale nel prato tra l’Oasi Saletti, le scuole medie, il cimitero e le piste ciclopedonali della parte bassa di Nembro

Lo specchio d’acciaio che rifletterà il cielo sarà posato nei prossimi giorni, così come le lastre dove saranno serigrafati i 188 nomi. Manca ancora la grande panca in pietra dove chi sosterà in questo luogo potrà dedicare un pensiero ai tanti che non ci sono più, strappati da un virus perfido che qui ha risparmiato ben poche famiglie . Due anni fa, in questi stessi giorni, Nembro stava attraversando il suo periodo più buio. E gli sguardi bassi di chi ieri era al cimitero, sono qui a ricordarlo. «Penso che andrò spesso al monumento – dice una signora al cimitero parlando a proposito del memoriale progettato dall’architetto nembrese Fabrizio Bertocchi –: in questi giorni, due anni fa, è mancato mio padre. Una cosa, un dolore che non si può raccontare» aggiunge scivolando via.

Sarà pronta il 18 marzo

Ciò che vuole essere quest’opera, l’ha già spiegato a fine luglio il sindaco Claudio Cancelli, insieme al progettista, durante una serata pubblica al Modernissimo. Nell’annunciare che il 18 marzo sarà pronta, precisa una volta di più che «non è un monumento, ma un luogo di pensiero e riflessione: uno spazio dove fermarsi per ripensare alle persone che ci hanno lasciato nel 2020, ai sentimenti e legami che ci uniscono a loro, a ciò che lasciano in eredità, un luogo di riconciliazione collettiva». Per spazzare via – anche – il senso di colpa per non averli potuti salutare, per non aver potuto celebrare un funerale come si deve. Nella piazza verde ricavata tra l’Oasi Saletti e il Carso, dove lo sguardo spazia verso il Monte Misma da una parte e il Monte Cereto dall’altra, «non vogliamo ricordare la morte e il dolore – aggiunge Cancelli –, ma celebrare la vita di chi ha lasciato un segno indelebile nelle nostre esistenze personali e collettive. In quel periodo ci fu impossibile accompagnarli adeguatamente nell’ultimo passaggio e abbiamo provato l’amarezza di non averli potuti ricordare allora insieme nella comunità. Oggi desideriamo ci sia uno spazio speciale per loro che li ricordi in vita: questo glielo dobbiamo. Non sarà uno spazio solo per le vittime del Covid, ma per tutti coloro che in quel periodo mancarono».

Per tutti quelli per cui le campane della chiesa plebana suonano in questi giorni, ricordati nelle varie Messe. Due anni fa come oggi erano Aldo Bergamelli, Edgardo Bergamelli, Giacomo Camozzi, Tarcisia Marcarini, Pietro Moretti, Giovanni Morotti, Giacoma Paganessi, Mario Perico, Giulio Persico, Pietro Pezzotta; come domani morivano monsignor Achille Belotti, Giacomo Boffelli, Claudio Cumetti, Giovanni Ferassini, Pietro Vassalli, Ornella Zanga. Altri 12 nembresi il 12 marzo. E via via un’ecatombe. Da ricordare per sempre.

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