CRV - nuove norme per Esu e contributi ad associazioni cultura e sport in era Covid

(Arv) Venezia 27 apr. 2021 – La competenza agli Esu (gli enti per il diritto allo studio universitario) di erogare borse di studio e benefici ma anche di accertare la veridicità dei criteri di accesso e di sanzionare chi dichiara il falso; e la proroga a tutto il 2021, per enti e associazioni della cultura e dello sport, della possibilità di rendicontare alla Regione anche le spese di funzionamento, nonostante la sospensione imposta dalla pandemia: sono le due novità contenute nel provvedimento di ‘adeguamento ordinamentale’ approvato oggi dal Consiglio regionale del Veneto, con 41 voti a favore e 9 astensioni.

Il provvedimento, illustrato in aula da Silvia Cestaro (Zaia Presidente), interviene in materia di istruzione, cultura e sport. Si tratta della seconda legge di ‘manutenzione’ legislativa, che fa seguito a quella approvata il 13 aprile scorso in materia di affari istituzionali e personale. “Un provvedimento di portata limitata”, l’ha definito la correlatrice Vanessa Camani (Pd), spiegando che l’intervento di semplificazione “non accelera i tempi di erogazione delle borse di studio agli studenti capaci e meritevoli, né interviene in materia di rimborsi per chi non ha usufruito dei servizi universitari a causa delle restrizioni per la pandemia, né prevede un piano di rilancio post-pandemia per il settore della cultura e dello sport”.

Nel dettaglio, le ‘Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2021’ prevedono che le tre aziende per il diritto allo studio universitario di Padova, Venezia e Verona siano ‘uffici regionali competenti’ in grado di accertare la veridicità delle dichiarazioni sostitutive per accedere alle agevolazioni per il diritto allo studio (borse di studio, alloggi, mense, prestiti d’onore, trasporti e sussidi) e, al tempo stesso, di comminare eventuali sanzioni amministrative in caso di dichiarazioni non veritiere sui requisiti di merito ed economici previsti. Gli Esu – su  proposta di Cristina Guarda (EV) - dovranno dedicare almeno il 30 per cento dei proventi ricavati dalle sanzioni al potenziamento dei servizi di consulenza psicologica, di quelli per studenti disabili e ai sostegni per la mobilità degli universitari. 

Il provvedimento di adeguamento normativo prolunga inoltre per tutto il 2021, in considerazione del perdurare dell’emergenza sanitaria, l’efficacia della legge 17/2020, ampliando la possibilità di rendicontare alla Regione - ai fini dei contributi previsti per le attività culturali, sportive e motorie - le spese di funzionamento, di continuità dei rapporti di lavoro in essere e dei servizi offerti, nonché di progettazione o di riconversione delle attività inizialmente previste. Vengono quindi ampliate le tipologie di spese ammissibili ai finanziamenti regionali per tutte quelle realtà non imprenditoriali del mondo della cultura e dello sport che avevano presentato domanda di contributo alla Regione e che dallo scorso anno, a causa delle restrizioni e sospensioni imposte dall’emergenza sanitaria da Sars-Cov-2, hanno dovuto sospendere, ridurre o modificare i programmi di attività prefissati. Nel corso del 2020 quasi la metà dei 573 progetti presentati e finanziati in materia di cultura e di sport si sono avvalsi di questa opportunità, evitando così che almeno la metà dei contributi regionali stanziati (1.709.000 euro) finisse a residuo.

La nuova legge provvede, inoltre, a ‘correggere’ – sempre su iniziativa della consigliera Guarda - il lessico della legge che regola il diritto allo studio universitario (la n. 8/1998) sostituendo l’espressione ‘portatori di handicap’ con quella di ‘studenti con disabilità’.

 

Nel corso del dibattito Elena Ostanel, vicepresidente della commissione Cultura ed esponente de ‘Il Veneto che vogliamo’, ha sollecitato più attenzione al mondo della cultura e al sostegno di tutte quelle realtà del mondo della musica, del teatro, della danza, del circo e dello spettacolo viaggiante che ancora non attingono alle risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo. “Il Veneto – ha rilevato – dedica al settore cultura 17 milioni di euro l’anno del proprio bilancio, quando invece il Friuli Venezia Giulia ne impegna 50 e l’Emilia Romagna 40. La legge regionale organica per la cultura, approvata tre anni fa, è ancora priva dei decreti attuativi e i bandi della Regione Veneto sono di incerta dotazione economica. Per il settore cultura, e in particolare per gli operatori extra Fus, il Veneto fa troppo poco”.

Di parere opposto, invece, Elisa Venturini di Forza Italia: “La proroga delle norme di rendicontazione in materia di sport e cultura rappresenta un cambio delle regole del regime ordinario in tempi straordinari: è un aiuto vero offerto agli operatori senza partita Iva o esclusi dai codici Ateco che sinora non hanno potuto ricevere alcun sostegno per le limitazioni imposte e che ora invece potranno ottenere un contributo per le spese sostenute, anche se le attività programmate sono state sospese o ridimensionate”.

Rammarico da parte di Vanessa Camani (Pd) per il ‘no’ dell’aula alla richiesta delle opposizioni di ricondurre alla legge organica per la cultura e di sottoporre all’esame consultivo della Commissione regionale per la cultura, anche le attività culturali finanziate con la legge 70 del 1975, nota come ‘legge del Presidente’: una legge datata ma mai superata, in quanto – secondo Camani - dedicata a sostenere con una cospicua dote annuale mostre, fiere, sagre, manifestazioni ed eventi di interesse regionale, a discrezione dell’esecutivo.

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