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Centrali idroelettriche, Italgen incrementa la cura per l’ambiente

Articolo. L’acqua è la fonte rinnovabile storicamente più utilizzata, un bene prezioso a patto di non comprometterne la qualità e gli ecosistemi. Un aiuto in questo senso arriva dalla tecnologia, sempre più improntata alla sostenibilità, che impone un’innovazione costante, secondo un principio di responsabilità che investe in primo luogo i soggetti autorizzati a utilizzarla per convertirla in elettricità.

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Ponte dell’Acqua a Mezzoldo: l’esterno ammodernato della centrale e la diga in Alta Val Brembana

Gli inglesi lo chiamano “revamping”, un termine antico passato a significare il profondo ammodernamento degli impianti per migliorarne le prestazioni. Dal 2007 le centrali idroelettriche di Italgen, società del gruppo Italmobiliare impegnata nella produzione e distribuzione di energia da fonte rinnovabile (per lo più idrica), sono sottoposte a un poderoso “revamping”.

Gli ammodernamenti, effettuati a fronte del rinnovo delle concessioni trentennali, prevedono la sostituzione di vecchi macchinari con nuovi impianti, che aumentano l’efficienza nel rispetto dell’ambiente.

Il principale oggetto di “revamping” sono le turbine, il vero motore di una centrale idroelettrica: l’innovazione passa attraverso l’installazione di macchine più performanti, controllate digitalmente dalla sala controllo di Villa di Serio e, in alcuni casi, anche da sale periferiche.

Le macchine, rese più performanti, sono controllate digitalmente dalla sala di Villa di Serio

Si tratta di investimenti onerosi, che spesso includono interventi sulle cosiddette “opere bagnate” come le opere di presa, infrastrutture di ingegneria idraulica che prelevano l’acqua da torrenti e fiumi. Ciò avviene attraverso sbarramenti costituiti da paratoie per la captazione della risorsa, che si completano, più a valle, con la presenza di sgrigliatori, utili a trattenere i rifiuti presenti nell’acqua prima dell’accesso in turbina. La risorsa è restituita al fiume più pulita, mentre i rifiuti sono conferiti ad aziende autorizzate al trattamento e, laddove possibile, al recupero di componenti (plastica, organico, ecc.), incarico che Italgen assolve a proprie spese, svolgendo un servizio di pubblica utilità.

La risorsa idrica è restituita al fiume più pulita. I rifiuti sono conferiti per il trattamento e il recupero

La mobilità delle opere di presa è migliorata dall’utilizzo di oli idraulici di ultima generazione – biodegradabili – che non compromettono la qualità dell’acqua e non ne inquinano l’ecosistema. Le opere di presa sono completate dalle scale di risalita dei pesci, che consentono alla fauna ittica di spostarsi liberamente nel fiume, mentre il deflusso minimo vitale garantisce il quantitativo di acqua necessario alla sopravvivenza dell’ecosistema fluviale.

Anche i canali di derivazione, che convogliano l’acqua alle centrali, sono oggetto di “revamping”: in questo caso l’ammodernamento consiste nel ridurre le perdite idriche con impermeabilizzazioni interne, per ottimizzare la produzione minimizzando le dispersioni nel terreno.

Le migliorie tecnologiche – in particolare la digitalizzazione – hanno comportato un accrescimento della professionalità degli operatori. Non solo. Hanno consentito interventi di ammodernamento dei luoghi di lavoro, quali, ad esempio, l’insonorizzazione delle sale controllo e l’installazione di impianti di climatizzazione e di illuminazione a led, che riducono i consumi interni nel segno di una sempre maggiore sostenibilità. Il tutto senza rinunciare a salute e sicurezza, aspetti fondamentali in Italgen. Oltre ai 4 impianti fuori provincia – 2 a Roccavione in Piemonte e 2 a Serravalle e Sant’Andrea in Veneto – il “revamping” Italgen ha riguardato l’impianto di Palazzolo sull’Oglio, le centrali di San Giovanni Bianco e Ponte dell’Acqua in Val Brembana e di Mazzunno in Val di Scalve, dove gli ammodernamenti sono avvenuti nel pieno rispetto dell’ambiente.

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