Ferrovia delle Valli
Ecco il plastico

Alzi la mano chi si ricorda come era fatta la stazione di Bergamo, dalla quale partivano i treni per la Valle Seriana e la Valle Brembana. Sabato e domenica ci sarà un'occasione unica per ammirare la ricostruzione di questo pezzo di storia: sono serviti anni e anni di lavoro.

Alzi la mano chi si ricorda come era fatta la stazione di Bergamo, dalla quale partivano i treni per la Valle Seriana e la Valle Brembana. Sabato e domenica ci sarà un'occasione unica per ammirare la ricostruzione di questo pezzo di storia della nostra città: sono serviti anni e anni di lavoro.

Lo ammette con una punta di orgoglio Roberto Longhi, presidente del Gfo, Gruppo fermodellistico orobico. Presentando la mostra, che sarà visitabile sabato e domenica nella sede dell'Atb (e del Gfo) in via Gleno, spiega: «Il 95% del plastico (che è veramente grande, n.d.r.) lo abbiamo ricostruito basandoci sulle fotografie dell'epoca: per i tratti che riguardano le stazioni delle valli abbiamo tentato di riprodurre non solo il tracciato ferroviario e i ponti, ma anche i piccoli edifici caratteristici e perfino le mulattiere».

Perfino locomotori e vagoni, che sul plastico si muovono con un modernissimo sistema digitale, sono stati realizzati a mano: «Si tratta di materiale rotabile che non esiste in commercio - spiega Longhi - e che per giunta presentava differenze importanti, perché i convogli per la Val Seriana erano diversi da quelli della Valle Brembana».

Per dare un'idea della complessità del lavoro svolto dai soci del Gfo basti pensare che per la stazione di Bergamo è stato ricostruito fedelmente tutto il piano dei binari che si affacciavano su piazzale Marconi, dove ora parte il tram per Alzano e Albino. Le due tratte dell'epoca avevano in comune la stazione di via Borgo Palazzo, prima che i treni prendessero strade diverse.

Pezzettino dopo pezzettino sono state poi realizzate: per la Valle Seriana le stazioni di Albino, Ponte Nossa e Clusone; per la Valle Brembana le stazioni di Villa d'Almè, Clanezzo con relativo curvone, Brembilla con grotte e pinti, Piazza Brembana.

L'opera era stata iniziata anni fa da due soci del Gfo (Bonomi e Pievani): qualche porzione era già stata messa in mostra in passato. Dopo un breve periodo nella casa di uno degli "ideatori" - spiega il presidente Roberto Longhi - il plastico è stato trasferito dal 2011 nella sede del Gruppo e completata, con importanti ampliamenti e digitalizzazione dell'impianto.

Giusto in tempo, perché il Gruppo fermodellistico orobico festeggia il 30° anniversario di fondazione. Dopo la «scorpacciata» di trenini - con il successo della mostra che si è chiusa domenica all'ex Ateneo di Città Alta - gli appassionati di modellismo ferroviario potranno quindi fare il bis, ammirando un plastico unico nel suo genere, per la prima volta visibile al pubblico.

Il Museo e la sede del Gfo saranno visitabili sabato e domenica dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18 (non alle 19,30 come era stato comunicato in precedenza): l'ingresso è da via Monte Gleno 13.

Roberto Clemente

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