Reti da pesca abusive nel Sebino
Altre due recuperate a -55 metri

Ancora reti da pesca abusive nel Sebino. Reti che, poco più di un anno fa, costarono la vita al sommozzatore bergamasco Lorenzo Canini.

Sabato a Tavernola la Guardia Costiera Ausiliaria Centro operativo del Sebino, in collaborazione con il gruppo diving Ncd di Gorle, la Polizia Provinciale e i guardiapesca della Fipsas, ne hanno recuperate due, portando il totale a sei. Erano abbandonate al largo di Tavernola, in un tratto di lago prospiciente la caserma dei carabinieri, proprio dove morì Canini.

Le reti erano a circa 55 metri di profondità, individuate dai sommozzatori del gruppo Ncd . Come da prassi, i sommozzatori hanno segnalato la presenza delle reti abusive a Diego Nolli, il capo centro operativo della Guardia Costiera Ausiliaria: «Una volta ricevuta la segnalazione - spiega Nolli - abbiamo allertato la Polizia provinciale che ha fornito il supporto per recuperare, catalogare e poi smaltire le due reti: erano lunghe circa 50/60 metri ciascuna con un’altezza di 70/80 centimetri». L’operazione è stata abbastanza complessa. Ecco il link con il video delle fasi preparatorie del recupero-

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