Carabinieri sciatori, sicuri anche in pista
L’esercitazione a Carona-Foppolo - Foto

Dallo scorso fine settimana ha preso il via la stagione sciistica negli impianti bergamaschi e con essa sono operativi i carabinieri sciatori del Comando provinciale di Bergamo.

Dallo scorso fine settimana ha preso il via la stagione sciistica 2019/20 negli impianti bergamaschi e con essa sono operativi i carabinieri sciatori del Comando provinciale di Bergamo. I carabinieri, sciatori altamente specializzati nel primo soccorso e dotati degli specifici mezzi di ausilio, hanno contribuito alla risoluzione di innumerevoli situazioni che sarebbero potute scaturire in conseguenze molto gravi anche in collaborazione con le stazioni del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico, per la ricerca ed il recupero di incrodati, dispersi e infortunati in roccia o di persone travolte in valanga.

Il costante aggiornamento addestrativo del personale militare che opera sulle piste da sci, in sinergia con il Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico, risulta fondamentale per sapere come agire nelle situazioni più complicate: una divisione dei compiti e la perfetta simbiosi tra tutti consentono di ridurre i tempi di intervento, aumentando le probabilità di successo. Concluso il primo intervento, infatti, eventuali feriti vengono affidati agli operatori del 118 che si accertano dello stato di salute dei soccorsi. In quest’ottica, nella giornata di sabato 14 dicembre, dalle 16,30 presso l’impianto di Carona-Foppolo, i carabinieri sciatori del Comando provinciale di Bergamo, con il personale del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico, hanno effettuato un’esercitazione di soccorso. Lo scenario ipotizzava il blocco di una seggiovia con a bordo numerosi sciatori (figuranti).

Dopo che il gestore dell’impianto di risalita ha verificato l’impossibilità di ripristinarne l’avvio, ha attivato il personale alle proprie dipendenze preposto alla gestione dell’evento e contattato la squadra di Soccorso alpino dei carabinieri e quella del Corpo nazionale Soccorso alpino: dopo esser tempestivamente giunte sul luogo, si sono arrampicate (con le previste dotazioni di sicurezza) sui piloni dell’impianto, hanno tratto in salvo le persone bloccate, assicurandole con delle corde e facendole calare delicatamente a terra, ove il restante personale, militare e civile, ha provveduto ad accompagnarle in luogo sicuro più a valle, a identificarle e ad affidarle se necessario al personale del 118 per gli accertamenti psicofisici.

Le difficoltà di questo tipo di intervento sono le precarie condizioni metereologiche, gli eventuali infortuni fisici dei salvati che richiedono immediato soccorso del personale sanitario, garantire la sicurezza e l’incolumità nelle procedure di evacuazione di coloro che sono sulle piste ma non necessitano di soccorso e, ultimo ma non meno importante,. la gestione del panico che si ingenera in chi rimane bloccato su di un impianto per il quale il tempo che sembra non passare mai potrebbe portare anche a gesti inconsulti, come cercare di saltare dalla seggiovia.

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