Clanezzo: dopo un secolo riaprirà
l’antica dimora del barcaiolo

Il Porto di Clanezzo, disabitato dalla fine del ‘900, verrà recuperato e riportato al suo antico splendore, grazie a due bergamaschi che si sono lanciati con entusiasmo nell’impresa del recupero del manufatto storico.

Il motore di questa iniziativa è la grande passione per quella che una volta era la dimora del barcaiolo che traghettava persone e merci da una sponda all’altra del Brembo in un punto strategico per i commerci. «I lavori sono cominciati a febbraio - spiegano Lorenzo e Davide - ma è da almeno quattro anni che stiamo lavorando al progetto. Non è stato facile e sarà impegnativo, ma è “il” progetto della vita e vogliamo fare le cose bene, passo dopo passo».

Lorenzo Filippini, 30 anni ingegnere di Petosino, e Davide Baggi, 28 anni, perito elettronico di Ponteranica. «È un posto di cui siamo entrambi innamorati praticamente da sempre - continua Lorenzo - siamo cresciuti insieme, era da tempo che volevamo fare qualcosa di nostro, questo era il sogno massimo, poi ci sono altri progetti più piccolini ma alla fine abbiamo puntato in alto». I primi movimenti in zona porto si sono manifestati a febbraio, poco prima della “sospensione” dovuta all’emergenza sanitaria, in quel periodo sempre più incalzante.

Cantiere ripartito

«Sul discorso del restauro cercheremo di mantenere il più possibile quello che c’è», spiega Laura Di Bella, l’architetto a cui i due giovani hanno affidato l’incarico per il recupero, in collaborazione con Enrico Salvetti per la parte strutturale. Laura, studio in via Borfuro, è specialista in restauro dei monumenti, ambito in cui è specializzata dal 2007. «Il cantiere in cui sta lavorando l’impresa a cui sono stati appaltati i lavori, la Emporio Ceramiche group, è stato aperto a fine febbraio, quindi la sospensione per il Covid-19 - spiega ancora - le prime operazioni prevedono interventi di pulizia, messa in ordine dei locali e verifiche dello stato di fatto. Le tempistiche sono state rivalutate a seguito dello stand by e attualmente la fine lavori è prevista per la fine del 2020. Abbiamo alcuni mesi impegnativi in mezzo perché i lavori coinvolgono sia la parte strutturale, con il consolidamento di solai e tetto, sia parte relativa alle superfici e alle finiture, con affreschi in facciata, mentre internamente non ci sono decorazioni, interverremo sugli intonaci esistenti sulle tessiture murarie e ne valorizzeremo l’aspetto storico».

Progetto e ponteggi

In questi giorni si è provveduto alla rimozione delle finiture e al consolidamento dei solai. «Nei prossimi mesi quindi gli interventi saranno focalizzati sulla copertura, gli impianti, pavimenti, finiture e tinteggiature - afferma l’architetto –. A breve verranno installati i ponteggi. A livello esecutivo l’intervento è impegnativo (la posizione non è congeniale al cantiere, è difficile arrivarci e allestirlo). Questo progetto è molto stimolante sia per noi a livello di progettazione e realizzazione sia per i committenti, che hanno avuto la costanza e la passione di intraprendere questa avventura».

«Si tratta sicuramente di un bell’intervento - sottolinea l’architetto - è vincolato a livello paesaggistico e idrico-geologico, perché addossato a fiume Brembo, anche se non ha vincoli diretti come bene culturale. La sua valenza storica e simbolica è importante perché porti, sul fiume Brembo, sono rari. A livello artistico abbiamo affreschi in facciata per il ripristino dei quali ci avvarremo di consulenze e supporto specializzato, così da individuare gli artisti che ci hanno lavorato e hanno lasciato traccia».

Destinazione d’uso? Residenziale. «Ci riserviamo di non dire nulla sul progetto completo - confida però Lorenzo - potrebbe esserci qualche bella sorpresa. Ora di sicuro c’è tutto il nostro amore e la nostra passione per riportare alla luce questo luogo del cuore. Penso ai tecnici increduli, alla paura, comprensibile, e alle difficoltà di cantiere molto alte e molto particolari, ma, come si suol dire “tempo al tempo”, certi che saremo molto felici».

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