Rho: andrò davanti ai giudici
Intanto un prof ha vinto il ricorso

«Non ho davvero pensato a quella vicenda. Sinceramente anche allora non mi sarei mai aspettato di essere chiamato del giudice di pace: pagai la multa senza darle troppo peso». Ecco come spiega Stefano Rho la vicenda che ora gli ha fatto perdere il posto di lavoro.

Stefano Rho, insegnante di Filosofia da ormai 15 anni nelle scuole di Bergamo e provincia, è stato licenziato l’11 gennaio. La motivazione? Aver messo una croce, nel momento dell’assunzione, sulla casella in cui dichiarava di non aver mai riportato condanne penali. Dimenticandosi però di una multa, decisa dal giudice di pace di Zogno nel 2005 per «atti contrari alla pubblica decenza», ovvero per essere stato fermato e identificato dai carabinieri mentre con un amico, alle 2 di notte, faceva pipì su un cespuglio non avendo trovato ad Averara locali aperti per poter utilizzare i servizi.

Anche il dirigente scolastico Patrizia Graziani ha spiegato il caso: «Obbligati a sanzionare l’insegnante – spiega – avevamo optato per un provvedimento minimo. È stata poi la ragioneria territoriale dello Stato a segnalare la nostra presunta irregolarità alla Corte dei Conti. E in effetti la Corte ci ha imposto il licenziamento, sottolineando che non avevamo possibilità di discrezionalità in questo come in altri casi. Con grande sofferenza abbiamo applicato quanto richiesto, ma (anche secondo un parere dell’Avvocatura di Stato) non avevamo davvero altre possibilità».

Ma il professore non si dà per vinto: «Ora impugnerò il provvedimento – dice – e mi rivolgerò al giudice del lavoro, sperando che tutto venga rivisto. In queste ore ho ricevuto tanta solidarietà da chi conosce me e il mio lavoro: ho ricevuto tante mail da studenti ed ex studenti. Mail di appoggio e di stima che hanno fatto piacere».

Anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori sta sostenendo il giovane professore, con tanto di post in Facebook e Twitter

Il professore licenziato per aver fatto pipì in un prato è vittima di una burocrazia ingiusta e assurda. Spero sia reintegrato al + presto.

Pubblicato da Giorgio Gori su Giovedì 4 febbraio 2016

Ed è proprio delle ultime ore la notizia che un altro insegnante bergamasco, assunto a inizio anno scolastico e poi licenziato per aver sbarrato impropriamente la stessa casella, ha vinto il ricorso al tribunale del lavoro. «Nel caso del mio cliente – sottolinea l’avvocato Isabella Colombo – il reato riguardava il mancato pagamento di assegni famigliari. Aver sbarrato quella casella è stato un atto fatto in assoluta buona fede».

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