Rubinetti lasciati aperti contro il gelo
Valleve, una frazione rimane senza acqua

C’è chi lascia i rubinetti aperti in casa per non far ghiacciare l’acqua nelle tubature, nel frattempo l’acquedotto si svuota e la frazione resta a secco. È successo mercoledì 3 gennaio a Cambrembo di Valleve, in alta Val Brembana.

Nella località montana in questo periodo di festività ci sono per lo più villeggianti: circa 300 persone a fronte di una manciata di residenti effettivi. L’allarme è scattato quando i cittadini si sono accorti che dai rubinetti non scendeva più acqua o ne scendeva pochissima; e c’è anche chi ha segnalato di aver avuto malesseri dopo aver ingerito la poca acqua disponibile, forse «sporcata» da residui finiti nelle tubature dal fondo del bacino : «L’acqua – ha raccontato ieri un cittadino – ha provocato vomito e diarrea sia alla mia famiglia che ad altre vicine».

Il Comune di Valleve è corso subito ai ripari: accertato che il bacino idrico che rifornisce la frazione si era praticamente svuotato, il sindaco Santo Cattaneo ha chiesto alla Prefettura la fornitura d’acqua, che è arrivata con un’autobotte dei vigili del fuoco, e ha disposto con un’apposita ordinanza la bollitura dell’acqua del rubinetto prima di utilizzarla per il consumo umano. Nell’ordinanza pubblicata sul sito del Comune si parla apertamente di «mancanza c’acqua causata dai rubinetti lasciati aperti»: il riferimento è all’abitudine di molti, in particolare nei centri montani dove le temperature d’inverno sono più rigide e ci sono molte seconde case abitate in modo discontinuo, di lasciar correre un «filo» d’acqua dal rubinetto per evitare che si formi del ghiaccio nelle tubature. Giovedì 4 gennaio l’Ats effettuerà i campionamenti nel bacino di Cambrembo, mentre i pompieri torneranno nella frazione per rifornire il bacino di altra acqua.

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