Sveglia alle sette, gite e giochi
Ecco come si impara a fare gli alpini

La tromba dà la sveglia alle 7 del mattino; si fa colazione, ci si raduna per l’alzabandiera, qualcuno si apparta nella cappella dedicata a San Francesco, dove il venerdì sera si celebra la Messa, dopodiché iniziano le attività.

Giochi, bivacchi, gite sul fiume, ma anche lezioni di pronto soccorso, qualche fondamentale di Protezione civile, esercitazioni e la sera, alle 18, il meritato momento del riposo, una doccia veloce, l’ammainabandiera, la cena e altro divertimento attorno al falò, prima del richiamo alla branda, alle 23 in punto.

Ecco come vivono i bambini del campo scuola delle penne nere che si è svolto ad Almenno San Bartolomeo, un programma simile agli altri campi scuola delle penne nere.

Una settimana alla scoperta di valori sani e di un mondo fatto di sport, storia ed educazione civica. Ma non solo: «Questi Campi scuola sono un momento essenziale per la nostra attività – ha detto Sebastiano Favero, presidente nazionale dell’Associazione nazionale alpini che ha visitato il campo di Almenno–. I giovani sono disposti a mettersi in gioco; piuttosto, è la società di oggi che non è più in grado di insegnare loro i valori della vita. Basta vedere – ha aggiunto – cosa succede nelle scuole: ciò dimostra che riproporre lo studio dell’educazione civica in classe non è solo importante, ma necessario. Noi sosteniamo con forza che si dovrebbe tornare a un periodo di servizio obbligatorio, perché il saper dare gratuitamente è un valore inestimabile, soprattutto per i ragazzi».

L’area di Almenno dove si svolge il campo scuola, grande quanto un campo da calcio, è sorvegliata 24 ore su 24 da due guardie, all’interno un posto medico avanzato assicura un primo intervento di cura in caso di necessità, e un’ambulanza della Croce Azzurra è comunque sempre presente per qualsiasi evenienza.

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