Martellate e fiamme
Così è morta Stefania

Lesioni compatibili con colpi inferti da un martello e uno choc termico dovuto alle fiamme. Queste le cause della morte di Stefania Crotti, la 43enne di Gorlago uccisa dalla compaesana Chiara Alessandri.

I risultati dell’autopsia sono stati consegnati dal medico legale e non si discostano dalle prime risultanze. Il cadavere della mamma di Gorlago, che era stato trovato lo scorso gennaio in un campo nel territorio di Erbusco, nel Bresciano, presentava segni di una massiva carbonizzazione con plurime lesioni di natura contusiva compatibili con l’impiego del martello. Dal punto di vista vitale, per via del 15% di carbossiemoglobina (un complesso chimico stabile tra il monossido di carbonio e l’emoglobina nei globuli rossi, causato dall’esposizione a processi di combustione) nel sangue, si presume che la donna fosse in vita quando è stata data alle fiamme.

Nel referto quindi si parla di concause che hanno portato al decesso di Stefania Crotti: dallo choc termico, alle plurime lesioni subite che hanno causato le fratture craniche. Questi elementi andranno confrontati con le dichiarazioni fatte dalla Alessandri che il 17 gennaio prima ha attirato la vittima a casa sua con un pretesto, servendosi di un inconsapevole complice, e poi ha colpito senza lasciare scampo a Stefania, moglie di Stefano Del Bello, con il quale la Alessandri aveva avuto una breve relazione.

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