84enne di Nembro la seconda vittima
Media Val Seriana, si valuta la zona rossa

Sarebbero 14 i casi di contagio da coronavirus nella Bergamasca, compreso l’uomo di 84 anni di Nembro, deceduto ieri all’ospedale di Alzano dov’era ricoverato da tempo con un quadro clinico già seriamente compromesso.
Dei 240 contagi registrati in Lombardia, per numeri Bergamo è al quarto posto dopo le province di Lodi, Cremona e Pavia.

«Ancora una volta stiamo parlando di persone anziane con seri problemi di natura preesistenti e bisogna verificare che esista un nesso tra la morte e il coronavirus» ha detto l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. È la seconda vittima positiva al coronavirus proveniente dalla media Val Seriana: prima dell’ottantaquatrenne, nella notte fra domenica e lunedì era spirato Tino Ravelli, pensionato di 83 anni residente a Villa di Serio, la cui salute era già compromessa prima di contrarre il virus.

Oltre la metà dei contagi nella Bergamasca si registra a Nembro, tutte persone transitate nell’ospedale di Alzano. «Un numero non trascurabile di casi proviene da quell’area – ha sottolineato Gallera -. C’era un primario dell’ospedale di Alzano risultato positivo. Ma è presto per parlare di un nuovo focolaio. Stiamo valutando la situazione».

A domanda diretta, l’assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Giulio Gallera, non ha escluso però alcuna ipotesi. La Media Valle Seriana potrebbe diventare «zona rossa»? Gallera ha risposto: «Stiamo ancora valutando».

«Dalla Val Seriana arrivano numeri non trascurabili – ha detto Gallera martedì durante la conferenza stampa al Pirellone – ma è presto per dire se si tratti di un vero focolaio, o se invece i casi siano tutti legati al contagio di un medico del pronto soccorso di Alzano: situazione, quest’ultima, che abbiamo già individuato e circoscritto. Stiamo ancora valutando». L’ipotesi «zona rossa», com’è prevedibile, spaventa la valle: significherebbe blindare un intero territorio, il suo sistema produttivo, gli spostamenti dei suoi cittadini, molti dei quali pendolari verso la città. Una prospettiva di cui si rumoreggia da tempo, ma che le autorità sanitarie ufficialmente non hanno mai esposto.

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