Abbattuta la ciminiera dell’ex Italcementi
Albino, giù un pezzo di storia industriale

Un pezzo di storia industriale della Val Seriana che se ne va. Abbattuta la ciminiera dell’ex Italcementi ad Albino, lungo la strada provinciale per Pradalunga.

L’intervento era atteso da alcune settimane nell’ambito delle operazioni di demolizione dell’intero complesso da parte di un privato. Sono bastati pochi secondi per abbattere la ciminiera come si nota in questo video postato in Fb da Manuel Piccinini, consigliere comunale di Albino.

Nel cementificio chiuso dal 1995 e acquisito tre anni fa dall’impresa Bergamelli Ecologia e Strade di via Pertini, è iniziato nelle scorse settimane l’allestimento del cantiere, mentre «sono già state rimosse le coperture in eternit» contenenti quindi amianto, tema che da tempo preoccupava gli albinesi.

In zona centrale, al di là dei ponti - sia quello nuovo, sia il romanico pedonale - che collegano la cittadina alla sponda sinistra del Serio e all’imbocco del bivio per Pradalunga, il cementificio fa parte di un più ampio comparto catalogato come minerario che si estende fino alla località Forcella, dove si snoda la via Cave. Il tutto per una superficie di oltre 47.630 metri quadrati. Cave, ciminiere, capannoni, i vecchi forni, la palazzina rosa degli uffici in stile liberty a bordo strada in via Pradella, sottoposta a vincolo insieme alla sovrastante villa Guffanti (quest’ultima non acquisita dalla Bergamelli): un’area industriale dismessa che «ha destato il nostro interesse – spiega Massimiliano Bergamelli, uno dei titolari dell’impresa che ne ha rilevato la proprietà – poiché la nostra impresa si occupa di recupero cave e siti dismessi, è la nostra vocazione».

Negli ultimi tempi si era scatenato sui Social l’appello per salvare la ciminiera che però, aveva fatto notare la proprietà e gli uffici del Comune, «non è sottoposta ad alcun vincolo: è dei primi Anni ’50, in prisme. Niente di artistico» come invece sono molte altre ciminiere in cotto della Valle Seriana. Di ciminiere il cementificio fondato nel 1886 da Giacinto Guffanti e rilevato nel 1921 da Società Italiana Cementi (poi Italcementi spa) ne aveva quattro, come i forni verticali per la cottura dei calcari. Nel 2012 l’area dismessa in riva al Serio era diventato la «star» del concorso «Riusi industriali 2012», ideato da Confindustria Bergamo con gli Ordini provinciali degli architetti, pianificatori paesaggisti e conservatori e degli ingegneri, e con Ance . Furono 24 i progetti presentati sull’ex Italcementi contro i 16 per il sito Legler di Ponte San Pietro e i 12 per Videoplastic a Gorlago, ma nessuno di questi convinse la giuria di essere meritevole di premio. Il piano attuativo prevede per l’area, produttiva e residenziale, parametri edificatori da 15.800 metri quadrati di superficie lorda complessiva di pavimento e 10 mila metri di superficie coperta.

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