Andrea appassionato di montagna
«Con te sono caduti i nostri cuori»

Soltanto due settimane fa aveva pubblicato su Youtube un video in cui si riprendeva con la «GoPro» sul casco mentre librava dal Pizzo Coca, sopra Valbondione, con il parapendio. Proprio dove, la mattina di Ferragosto, Andrea Arici, trentaquattrenne bresciano, è invece precipitato per circa 400 metri, prima nel vuoto e poi lungo la parete rocciosa di un canalone. Morendo sul colpo.

Non per colpa sua, hanno accertato i carabinieri di Clusone: all’origine dello schianto ci sarebbe infatti la mancata apertura della vela del parapendio con il quale Arici, esperto di questa attività sportiva, avrebbe voluto praticare una discesa di «speed flying», disciplina che permette di arrivare a raggiungere anche i centocinquanta chilometri orari.

Arici aveva deciso con alcuni amici di raggiungere, come spesso faceva, la cima del Coca per lanciarsi con il parapendio. Dopo la consueta spinta verso il versante est della montagna, verso la Valmorta, Arici si è lasciato cadere nel vuoto perché la vela si sarebbe dovuta aprire e accompagnarlo nel leggero percorso di circa quattro minuti – come si evince dal suo precedente video girato nella stessa zona – fino ai piedi del monte. Invece qualcosa è andato storto: la vela non si è aperta e il trentaquattrenne titolare della «Tana del Geco» è caduto nel dirupo sottostante, senza potersi in alcun modo salvare.

Il legame di Arici con la montagna – racconta chi lo conosceva – era viscerale. Insegnava free climbing, l’arrampicata libera, ma anche altri sport dedicati alla montagna. «Dicevi sempre che morire lassù, con la tua vela, sarebbe stata una morte degna. Onore a te Andrea, vola e arrampica sulle nuvole, ovunque tu voglia», scriveva un amico tra i tanti messaggi lasciati sulla sua bacheca Facebook. E poi ancora: « Questa mattina con te sono caduti anche i nostri cuori».

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