Ardesio due mesi dopo l’acqua e il fango: il paese vive tra lavori e attese

BILANCI. Il 5 aprile da una condotta si riversarono sul paese 15mila metri cubi di acqua. Sette persone restano ancora fuori casa. Enel al lavoro per le riparazioni e il Comune impegnato ad accelerare le pratiche per i risarcimenti.

A due mesi dell’incidente che ha sconvolto Ardesio, il paese si guarda allo specchio. Non erano ancora le 7 della mattina del 5 aprile quando il muro di contenimento di una condotta di adduzione di Enel Green Power, facente parte della vicina centrale di Ludrigno, ha ceduto sprigionando circa 15mila metri cubi d’acqua che ha travolto con violenza l’area sottostante. Fango, acqua e detriti hanno invaso anche la provinciale sottostante e alcune abitazioni della frazione di Carpignolo. Ad avere la peggio le vie Piemonte, Monte Secco ed Alpini: da quest’ultima sono state evacuate due famiglie e una persona per un totale di sette residenti, tuttora fuori casa. Lungo la via si lavora ancora per mettere in sicurezza l’area.

Le opere e il conteggio dei danni

Sin da subito Enel ha incaricato una ditta per la pulizia e la messa in sicurezza, prima lungo via Monte Secco e successivamente lungo via Alpini. Lì i lavori sono ancora in corso. Sempre la società si sta occupando anche della progettazione per la messa in sicurezza di via Monte Secco, la strada di collegamento con il paese, che ha subito danni in seguito allo smottamento causato dall’acqua. La strada al momento è aperta a senso unico alternato, regolato da impianto semaforico, ed il transito è consentito a fasce orarie. «Settimana scorsa – ha commentato il sindaco, Yvan Caccia -, in seguito ad una relazione depositata da un ingegnere civile, incaricato da Enel, alcune abitazioni di via Alpini sono state dichiarate strutturalmente agibili, ed è stato concesso ai proprietari di potervi accedere, anche se resta chiaro che alcune di esse all’interno siano comunque danneggiate. Per altre invece non è ancora stata presentata la relazione, e resta ancora in vigore il divieto di accesso. Sin dal 5 aprile, Enel è sempre stata presente. Il nostro impegno principale, in questo momento, è quello di insistere affinché i tempi per il risarcimento e la sistemazione della zona siano i più brevi possibili».

Le abitazioni inagibili e le incertezze

L’evento ha avviato una catena di solidarietà in paese, con diverse persone, tra cui i giovani della Pro Loco, in prima linea per aiutare le persone colpite nelle ore successive all’accaduto. La vita delle due famiglie sfollate, in pochi istanti, è stata stravolta. La colata d’acqua e fango ha cambiato i loro piani per il futuro. «In quei due mesi – ha raccontato Miriam Filisetti, 34 anni -, per noi non è cambiato niente. Siamo sempre nella casa dove ci siamo trasferiti dopo l’incidente. È piccolina per quattro persone (vive con il compagno e due figli), ma su consiglio anche dello psicologo, abbiamo deciso che era meglio non spostarci di nuovo: l’obiettivo infatti è quello di ristabilire un equilibrio e tornare a vivere la nostra quotidianità con serenità, soprattutto per i nostri figli. Il trauma è ancora abbastanza forte, ci vorrà tanto tempo per rimarginare la ferita. La nostra casa è stata dichiarata strutturalmente agibile, ma all’interno ci saranno diversi lavori da fare prima di poter rientrare. Ci auguriamo che risarciscano in maniera integrale i danni subiti».

Le spese e una bimba in arrivo

L’attesa di un ritorno alla normalità non scorre più semplicemente se c’è in vista anche un «nuovo arrivo» in famiglia. «Sono passati due mesi – racconta Roberta Bergamini, 37 anni, residente in via Alpini insieme al compagno e al sesto mese di gravidanza -, ma possiamo dire che si è mosso poco. La casa è stata dichiarata strutturalmente agibile settimana scorsa, ma non possiamo toccare niente, in attesa delle perizie. Nel frattempo abbiamo trovato una sistemazione temporanea e ci siamo trovati ad affrontare spese non previste. Il nostro futuro era focalizzato sull’arrivo di nostra figlia ma ora tutto è stato stravolto: i pensieri sono tanti. Il nostro auspicio è che possa esserci una rapida risoluzione, e tutto possa tornare alla normalità».

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