Borrelli su mancata zona rossa a Nembro e Alzano
«Misure appropriate in quel momento»

Il capo della protezione Civile risponde alla domanda di un giornalista sulle polemiche per la mancata attuazione di una zona rossa a Nembro e Alzano. Superata la soglia dei 10mila morti in Italia. Trasferiti 6 pazienti in rianimazione da Bergamo a Colonia, in Germania.

Dopo tre giorni di assenza il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli è tornato a presiedere il comitato operativo della Protezione Civile per l’emergenza Coronavirus. Borrelli aveva lasciato la sede del Dipartimento in via Vitorchiano mercoledì a causa di alcuni sintomi febbrili: l’esame del tampone ha però escluso una positività al Coronavirus.

I numeri in Italia di sabato 28 marzo sono: 92.472 casi positivi e 10.023 morti.

«Sicuramente se non fossero state adottate misure drastiche di contenimento avremmo ben altri numeri e le strutture sanitarie già in condizioni critiche sarebbero in stato drammatico. Sarebbe stata una situazione insostenibile». Così il commissario Angelo Borrelli in conferenza stampa alla Protezione civile, rispondendo a una domanda sull’elevato numero di morti anche oggi e sull’effetto delle misure prese.

POLEMICHE SULLA MANCATA ZONA ROSSA A NEMBRO E ALZANO. Ad una domanda specifica sull’eventuale necessità di istituire una zona rossa ad Alzano e Nembro che tra l’altro era stata richiesta sino dal 3 marzo dall’Istituto Superiore di Sanità ha risposto «Le misure sono state adottate con i principi di proporzionalità nel tempo sempre più stringenti, credo sia stata una scelta doverosa anche considerando gli sforzi da mettere in campo per quanto riguarda la macchina dei controlli. Credo che le misure che sono state adottate siano state le più appropriate in quel preciso momento storico». La giornalista allora lo incalza e gli chiede se ci siano state delle pressioni di aziende o motivazioni economiche alla base di una scelta che in altro modo non si spiega. Borrelli risponde:«A me questo non risulta. La decisione è stata presa da quello che erano le esigenze organizzative e di controllo e di omogeneizzazione misure a livello nazionale e tra le regioni».

SEI PAZIENTI TERAPIA INTENSIVA DA BERGAMO A COLONIA. «Ad oggi abbiamo trasferito con la CROSS 82 pazienti dalla Lombardia in altre Regioni, 7 in più rispetto a ieri. Questa mattina c’è stato un trasferimento di massa di 6 pazienti dall’ospedale di Bergamo a Colonia con l’Aviazione tedesca, voglio ringraziare la Germania per averci messo a disposizione un numero cospicuo di posti in rianimazione, in totale ne abbiamo 12, questo è segno di una grande solidarietà».

RIAPERTURA DEL PAESE. «Riaprire il Paese? Credo ci debba essere un’attenta riflessione. Il Paese è fermo e c’è l’esigenza di assicurare un minimo di operatività e di vita per la stessa sopravvivenza di tutti. Ma credo che presto saranno prese ulteriori decisioni, siamo vicini alla fatidica data del nuovo Dpcm (3 aprile, ndr), il governo prenderà delle decisioni sulla base delle indicazioni del Comitato tecnico. Credo che si faranno tutte le riflessioni da qui a qualche giorno»

INFERMIERI. «La call che chiuderà questa sera per gli infermieri ha avuto una risposta notevole, abbiamo ricevuto fino a poco fa oltre 7.714 domande, questa sera contiamo di avere un numero simile a quello che è stato per la call dei medici».

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