Eredità Pesenti, siglato l’accordo
Al Comune di Alzano 17 milioni

In Consiglio comunale via libera alla transazione con i nipoti di Giusi per la gestione del patrimonio. Il sindaco: un gesto d’amore per la comunità. Ma «Alzano Viva» lascia l’aula prima del voto.

«Il carro oltre passò d’erbe ripieno e ancor ne odora la silvestre via. Sappi fare anche tu come quel fieno: lascia buone memorie, anima mia!». Con questi versi del poeta Giovanni Bertacchi, usati da Giuseppe Pesenti Calvi (da tutti conosciuto come Giusi) per salutare la comunità di Alzano Lombardo, il sindaco Camillo Bertocchi ha aperto la discussione sull’approvazione dell’accordo transattivo tra il Comune (erede universale del patrimonio) e i nipoti di Giusi Pesenti, che va a chiudere una complessa procedura durata ben 16 mesi. Al termine della discussione il sindaco e la sua maggioranza non hanno nascosto il disappunto di fronte alla scelta dei consiglieri della minoranza «Alzano Viva» di abbandonare l’aula prima della votazione. «È più facile scappare – ha commentato Roberto Anelli, capogruppo della maggioranza – che prendersi la responsabilità di una decisione»; una scelta, per Bertocchi, «frutto di un’analisi poco approfondita a fronte di un lavoro durato mesi».

«L’eredità è un gesto di amore nei confronti della comunità – ha detto il sindaco –. La nomina del Comune come erede universale ha comportato una complessa procedura che ha compreso l’inventario dei beni e la vertenza con i nipoti e infine deve prevedere la gestione del patrimonio da parte di una Fondazione». Un patrimonio che ha un valore stimato (al ribasso) di circa 28 milioni di euro. A illustrare le fasi che hanno portato all’accordo, il segretario generale del Comune Giovanna Moscato. In sostanza Pesenti aveva assegnato ai nipoti le azioni della Italcementi Spa, della Italmobiliare Spa e della Ubi Banca Spa, titoli però venduti all’interno di un’Offerta pubblica di acquisto, per questo i legatari hanno richiesto il controvalore di 7,3 milioni (più gli interessi). Il parere legale raccolto dall’amministrazione ha suggerito di arrivare a un accordo perché si sarebbe andati incontro a una causa (della durata imprecisata) con il rischio di annullamento del testamento per vizi di forma.

«L’accordo – ha aggiunto Moscato – ha fissato in 5,9 milioni quanto il Comune riconoscerà ai nipoti; ammonta quindi a 17 milioni l’eredità per il Comune, l’interesse pubblico di questa scelta consiste nel poter usufruire da subito da parte del Comune del patrimonio, nel condividere con i legatari le modalità di esecuzione delle volontà indicate nel testamento; far sostenere le spese legali ai legatari».

Simonetta Fiaccadori, di «Alzano Viva», ha contestato la mancanza di un documento, oltre al parere dell’avvocato consultato dal Comune; inoltre gli investimenti previsti con il 20% del patrimonio liquido sarebbero scelte dettate «dall’interesse non del Comune, ma dell’amministrazione Bertocchi». Le opere invece, espresse come «desiderate» dai nipoti, riguardano da vicino la famiglia Pesenti: la scuola materna (che andrà a sostituire quella donata da Pesenti); il restauro della biblioteca (residenza dove nacquero il padre e il nonno di Pesenti); il cimitero di Alzano (dove è sepolto); piazza Italia-via Mazzini, antistanti la residenza storica; lo slargo intitolato a Pesenti all’ingresso al cimitero.

Mario Zanchi, di «Loretta Moretti-Insieme al servizio della città», ha detto: «Concordiamo che si dovesse mettere in sicurezza la posizione del Comune come erede, evitando istanze di annullamento, mentre per la scelta delle opere avremmo preferito venissero coinvolti gli alzanesi».

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